Pagine

sabato 31 dicembre 2011

Un buon 30

Un buon 30 per chiudere l'anno in solitaria bellezza, freddo sulle guance barbute e strade deserte, un paio di compagni di squadra incrociati per caso, gabbiani svolazzanti e rumorosi, bel cielo che albeggia. Le colline, le vigne, gli sterrati che mi faranno compagnia per chissà quanto. E poi a casa a finire i preparativi.

Alla prossima, in crescendo. Di chilometri e non solo.

PS: ma Ferrara com'è? Non la città, chiaro...

mercoledì 28 dicembre 2011

I numeri dell'anno

Una sintesi dell'anno che si va chiudendo. Con i migliori auguri.

L'attempato agonista ha partecipato a 30 corse, di cui:
  • 10 mezze (migliore: 1.17.32, peggiore: 1.22.51)
  • 2 in pista
  • 5 non competitive
  • 5 cross
  • 5 in montagna
  • 3 varie su strada
10 e lode alla mezza di Caldaro, alla Sarnico/Lovere e alle Non Competitive (dove forse ci metto anche il cuore ed escono i miei post preferiti: 1, 2, 3, 4 e 5). 10 anche al Corrigiuriati, per il suo spirito gioviale, e alla gara degli Alpini, per l'atmosfera e per aver tenuto duro.
Sempre piú scarso l'interesse verso il Campionato Provinciale a Squadre, e mi perdoni chi ci mette l'anima.

Il bottino parla di svariate premiazioni di categoria, spesso come ultimo dei premiati, un terzo posto a squadre agli Europei di Cross, un terzo ai Provinciali di Maratonina. Cibo per il corpo, abbigliamento per i parenti, gloria immeritata che lascia il tempo che trova.

In tutto, 230 uscite di corse e allenamenti, per un totale di 2600K.

Nei periodi buii, l'atleta ha improvvisato 13 uscite in bici (287K).

Soprattutto, con l'allegra famigliola si é divertito in 28 escursioni su monti e sentieri, per altri 200 e rotti chilometri. Questi bambini, che la domenica non vanno a messa e non conoscono le gioie dell'oratorio, stanno crescendo troppo bene. Li invidio.

E ora, la fase due, per soddisfare la crescita ambiziosa o per accompagnare la descrescita felice.

venerdì 16 dicembre 2011

L'otto sott'acqua

Quasi placata la nausea agonistica mentre torna qualche sospetto sullo stato di salute. Peccato, perché intanto si continuerebbe ad andare abbastanza forte.

Domenica la ripresa, con la Bella lungo le cartoline della S/L. Un ciclista in vena di complimenti mi conferma che "guarda quello che andare!": sono in cima al lungo tratto in leggera salita, vero, ma ho lasciato la Bella solo da un chilometrino. Confidavo nella loro gratuita adulazione per riaccendere i fuochi.

Preso da non so quale idea, mercoledí mi dedico al gioco dell'otto: per mille, sotto una bella pioggerella.
Tempi buoni, corsa facile (spero che l'espressione non abbia il copyright), falcata corta e rapida, aiutata dal pantalone lungo, attillatissimo e molto elastico(*). Che sia il caso di chiedere a Santa un ricambio?
Il primo in 3.30. Il peggiore in 3.33, per via di un maldestro spegnimento finale. L'ultimo in 3.23, con curva a gomito agli 800 e possibile frontale con mezzo pesante carico di torba evitato con un balzo in pozzanghera. Altro che cross.

Le vigne sono spoglie. Come direbbe il poeta, il treno passa ma non fa piú fermate neanche per pisciare. Ce la portiamo a casa.

(*) Sará un caso, certo, ma ho la sensazione che quando devo attraversare, le auto che si fermano sono quasi sempre guidate da donne. Il fascino dell'abbigliamento tecnico.

lunedì 28 novembre 2011

In conclusione

Padenghe sará una delle ultime dell'anno, promesso.

Io e la Bella arriviamo al Castello, come sempre, a due minuti dallo sparo: mettersi a rincorrere il migliaio di persone che mi stanno davanti é pura gioia per me, che abbuffata! Al secondo km ho giá fatto quasi tutto il lavoro di selezione e comincio il tiramolla tra un gruppetto e l'altro. Vedo davanti a me il settimo dell'Alpin Cup, che peró non riusciró ad agguantare. Passo la Maria Grazia (santa subito), un paio di compagni in crisi, quindi mi sfreccia di fianco Tito che poi si ferma col gruppetto davanti: sta facendo il trainer, scopro nel momento in cui li aggancio. Li lascio poco dopo, prima che attacchi il tassametro anche a me.

Dall'undecimo in poi pochi sorpassi, quindi mi compare davanti la Ricotta e sento aria di rivincita, dopo che mi ha abbandonato al 18.mo sia a Bedizzole che a Carpenedolo. La passo in discesa verso il 19, poi ne infilo altri 3 o 4, ma é un serpentone infinito quello che mi si para davanti.

Ottantesimo é il peggior piazzamento dell'anno, ma i 50 in prima pagina erano tutti sotto i 77 minuti, troppo per me ora, soprattutto su un percorso tanto ondulato. Contentissimo cosí, ho portato a casa la pellaccia anche stavolta, pur con pochi (e forse sciagurati, come i 4xmille del giorno prima) allenamenti. Ora l'orsetto va in letargo e poi pensiamo al da farsi.

  • 80.mo/1523 (Cat. 22/304)  in 1.19.33 (R.T.: 1.18.54)
Nessuna notizia di MaryStar.

mercoledì 23 novembre 2011

Che rottura

Muratori in casa e bagno inagibile ma, soprattutto, vigilanza pressoché continua in casa. Devo passare dall'ufficio, un paio di giorni a settimana, per cercare una corsetta. Tempi duri.
Come se non bastasse, stamattina provo ad anticipare la manovalanza ma la pulizia del naso sfocia in un rivolo di sangue. Mi tengo il magone e sto a casetta. Riposo pianificato e semi-forzato.

Domenica si va a Padenghe, per dovere e per piacere. Sarebbe un dovere anche la visita al maniero di Marystar, almeno una sbirciatina al museo degli orrori che furono, invece toccherá sgambettare semi-seriamente: pensavo di passeggiarmela ma, la presenza del Campionato Regionale bla bla bla mi porterá a fare qualcosina in piú. Senza esagerare, immagino.

Ma la vera rottura é l'ennesima conferma di un'economia che non va e di cui non si capisce il senso. Il terzo grosso centro comerciale del paese (dal triangolone industriale ai triangolini della spesa facile, un bel cambio di prospettiva) sorgerá sulle ceneri di uno storico impianto. Lo scheletro scarnificato del glorioso passato fa la sua porca figura (*), il presente si chiama Tunisia.

(*) Merita foto che peró non c'é :(

martedì 15 novembre 2011

Alpin Cup

A due giorni dall'arrivo, esattamente nel primo giorno dell'anno zero d.S., ancora non mi par vero. E mi sento spossato e felice di aver dato tutto quello che potevo, finalmente.

Gara bella come sempre, piú affollata del solito ma sempre colma di buone sensazioni. Saranno questi alberi, che invano ossigenano la cittá malata, sará la lontananza dagli impegni militareschi del Team, oppure la presenza amichevole e stimolante dei miei cari e dei colleghi che corrono o tifano con noi. Sará.

La ressa negli spogliatoi mi fa arrivare nel parco a 5 minuti dallo sparo: il tempo di fare due allunghi, salutare la Bella e Cucciolone e sono dietro la linea del via, stavolta in quasi prima fila. Nel giro di 3km individuo il gruppetto che fa per me: i primissimi sono giá distanti, pochi ma imprendibili. Viaggio a scrocco per tutto il primo giro, mettendomi davanti nelle brevi salite dei cavalcavia. Passo Cucciolone, impegnato nel mini-giro da 4 e qualcosa mi dice che stavolta devo.


Nella prima metá del secondo giro il copione non cambia, ma il gruppetto si é ristretto a 3 soli corridori (e scopro solo a casa che entrambi hanno una decina d'anni meno di me). All'ultimo passaggio sul cavalcavia mi pare che il ritmo stia scemando, vedo il GPS che segna un 3'40" di media e, speranzoso, mi rimetto in testa. Ci resto fino alla fine, quando uno dei due mi passa allo sprint, ma che importa: il mio obiettivo non era la classifica ma il maledetto muro.
Scendo decisamente sotto il muro dei 78 con il mio 1.17.32 di realtime, euforico come se avessi vinto abbraccio amici e parenti e divido con loro gioia e sudore.

La consapevoleza cresce: su un percorso nervoso come questo, pieno di curve secche, di lunghi tratti di ghiaietto, di zig zag fra i non competitivi e gli altri frequentatori del parco, di 2 cavalcavia da affrontare 2 volte in ogni senso di marcia, difficile fare di meglio. Su un percorso diverso, invece ...

  • 14 Novembre 2010: arrivo 10/291 (Cat.: 3/58), tempo 1.21.08 (RT: 1.21.04)
  • 13 Novembre 2011: arrivo 6/535 (Cat.: 2/114), tempo 1.17.34 (RT: 1.17.32),


domenica 13 novembre 2011

Sesto a Sesto


Benvenuto nel Club del 77, finalmente e meritatamente. La Nuova Era inizia con buoni auspici. Saranno Lacrime e Sangue, sicuro, ma dobbiamo pur consolarci in qualche modo.

Nota a margine per il mio grande e-lettore: le iscrizioni erano comunque chiuse dal giorno prima, avresti potuto al massimo iscriverti alla Minimaratona di 4K per i bambini (per poi, emulo di Tito, intrufolarti nella gara vera). Alla prossima.

lunedì 31 ottobre 2011

Bottiglia mezza piena

Ovvero, la mia terza volta a Carpenedolo:
  • 9 Novembre 2008: 1:28:56, 180.mo/485 (Cat.: 39/75)
  • 7 Nov 2010: 1.18.31, 62.mo/882 (Cat. 12/159)
  • 30 Ottobre 2011: 1.18.12, 65.mo/816 (Cat. 11/151)
Una ventina di secondi rosicchiati al PB, ci sarebbe di che esserne felici, ma non é da me...

Foto da podisti,net

Parto inscatolato, come sempre: non troppo indietro ma, grazie ai soliti Top che si attardano nel riscaldamento, decisamente piú compresso e accaldato del solito.
Tempo millecinquecento metri ed ho adocchiato i due che a Bedizzole mi hanno staccato al 18.mo, vittima di crisi da svogliatezza. Stavolta mi metto al traino: 10'31" ai 3000, 17'43" ai 5000, 36'03" ai 10K, tutto secondo i piani poi, alla curva a gomito che immette nel centro di Montichiari, non cambio il passo e perdo il treno. Resto solo per un paio di Km, con il tarlo che comincia a rosicchiare, e mi lascio raggiungere dal gruppetto che sta portando la Ricotta al traguardo. Mi unisco a loro e continuo a sbirciare l'orologio, pessimo segno.

La colonna infame
Dopo il transito dell'ora (circa 16.4K, una proiezione sull'ora diciassette e rotti), mi rimetto in testa al gruppetto, con la prima delle donne che ansima alle mie spalle, ma dura poco.
Poco prima del 19.mo mi faccio bruscamente da parte e rallento, senza fermarmi. Il tarlo, silenziosamente, gioisce. Tra pensieri cupi tiro a campare fino all'arrivo, perdendo una trentina di secondi dal resto del gruppetto.

Questo 77 sta diventando un'ossessione.

giovedì 27 ottobre 2011

Cambiamenti climatici

Gola quasi rientrata nella norma: la voce va e viene e nessuno se ne lamenta.
Naso piuttosto chiuso, smottamenti giallastri fuoriescono improvvisi e travolgono Kleenex innocenti.
Il piede corre invece spedito, in queste fresche giornate. Fin troppo.


Speriamo di non finire nella lista delle vittime. A Messer Cemento Selvaggio abbiamo giá pagato dazio.

Wake Me Up When September Ends

sabato 22 ottobre 2011

In balia del 20

In attesa dei botti finali, pausa lunga e sei andirivieni sulla ciclabile che costeggia il fiume. Il posto che piú somigli a una pista che io conosca. Senza per fortuna esserlo.
3.26, 3.25, 3.26, 3.29, 3.28 e 3.24 al kilo, stando al satellitare che monto al polso.
Speravo di sfondarlo, il 20, ma non era cosa: il vento soffiava sempre contro, nonostante invertissi il senso di marcia ad ogni giro. Bizzarrie del meteo.
Bizzarro pure che ne esca poco stanco. Lazzaro, potevi fare di meglio.

martedì 18 ottobre 2011

A caccia

Per una volta si corre vicino casa, tanto che sto piú tempo in coda alle iscrizioni che in auto. La Corri Boschi offre un percorso ondulato e gradevole, un saliscendi per i vigneti accompagnato dagli scoppiettii dei cacciatori. Ricalca in parte il percorso della 10 miglia, con la lunga discesa finale oggi affrontata in senso opposto.

Sono mesi che non corro una gara corta e veloce, la convinzione é pochina. Nessun problema, se c'é la compagnia giusta, ma bisogna cercarsela, soprattutto se all'avvio ci si lascia imbottigliare ed é tutto un correre in recupero, che é poi la tattica che preferisco, l'unica che conosco. Risalgo la china metro dopo metro, controllo chi mi precede, annuso l'aria e proseguo finché non ho a tiro le prede giuste.

La prima é uno gnaro dei nostri "rivali" verdolini, uno di quelli che ogni tanto saluta, un passo non dissimile dal mio. Ci si ritrova verso il quarto, e, dopo la dura rampa che segue, si stabilisce di provarci insieme. Una buona compagnia.
La seconda é avanti di poco, un compagno di squadra partito troppo allegro: lo recuperiamo verso il settimo e lo invito a tenere il passo. E poi si arriva insieme, recuperando per strada un altro "avversario". Il gnaro sprinta ma io non ci provo, non voglio rischiare nella discesa che porta al traguardo. Inoltre, da come mi passa capisco che non ci sarebbe stata storia.

Pum pum. Classifiche non disponibili.


mercoledì 12 ottobre 2011

Tarli

Di nuovo verso il Garda, dove lo scorso anno avevo iniziato la discesa sotto gli 80'. Con meno km nelle gambe stavolta, qualche paranoia nella testa e una bella giornata in pista appena dietro le spalle. Fa freschino, noi freddolosi ci adeguiamo, alla faccia di quelli che corrono a torso nudo all'Arena.

Su questo percorso strano, molto ondulato (+250m il dislivello), esposto al vento ma, paradossalmente, molto veloce, non si conta la gente che a fine gara si stupisce di aver appena stabilito il PB. Sará la discesa, che regolarmente segue la salita, sará la competizione sempre agguerrita, saranno i fin troppo numerosi premi distribuiti, saranno le majorettes. Chi lo sa, cose che succedono.

Resto nel gruppetto buono stavolta, niente Tiramolla. Mi subisco le folate di vento contrario ma ho un paio di riferimenti validi in gruppo. E poi li perdo, restano indietro dopo il decimo, quando ancora c'é da salire. Mi seguono in due, e poco avanti c'é un amico dei frison: se lo vedo cosí vicino deve avere qualche problema, come mi confessa appena lo passiamo. E' allora che la vocina, che da qualche minuto mi girava dentro, si fa piú insistente: vedo uno sterrato incrociarsi alla strada e immagino come sarebbe abbandonare il percorso e mettersi a girarci per i fatti miei. Resisto alla tentazione, ma il tarlo non s'arrende: cedo di schianto, senza ragione e con le gambe che ancora scalpitano, negli ultimi tre in semi-discesa. Per fortuna mi ripassa il frison e, nascosto dietro di lui, raggiungo la linea bianca.

Non ho voglia.

  • 10 ottobre 2010: 1.19.20 (uff), 54/540 (Cat. 8/90)
  • 9 ottobre 2011: 1.19.15 (uff.), 39.mo/538 (Cat. 9/86)

Pare che i castagni siano malati per via del tarlo cinese. Due le soluzioni sentite dal barbiere: la prima, importare le api cinesi, ma poi che ce ne facciamo del loro miele in agrodolce? La seconda, far salire sui castagni i cinesi stessi, pure loro famosi insettivori. Vedremo, l'invasione inizia dal basso.

giovedì 6 ottobre 2011

Il nobile gambalunga

Giornata in cui ci metto del mio ad abbattere il PIL, come se gli servisse una mano, e come se il PIL servisse poi a quantificare il nostro livello di felicitá.

Mattinata a far felice la mamma: i nobili boleti li lascio nelle sue abili mani, e mi porto a casa lasagne e biscottini e uova appena uscite dal vero culo di veri pennuti ingordi di vero cibo.

Alle 13, appuntamento con Nic, stavolta senza possibilitá di errori: il Corrigiuriati é esperienza nuova per me, ci metto sopra la parola fatto ma anche l'aggettivo bello. Girarci attorno assieme all'amico gambalunga é una specie di onore, ti senti addosso gli sguardi di tutti, mi sento fin troppo attenzionato.

Il nostro piano iniziale fallisce sin dai primi passi:  se al 2000 uno sta morendo si prende in carico di tirare l'altro, invece io mi aggrego subito a Cristiano e Nic perde il treno dopo cento metri. Vorrei aspettarti ma non posso, devo salvare l'annata balorda. Cerco di non infastidire troppo il mio gentile capotreno, mi levo dalla mente l'idea di provare a passarlo, che mi solletica a due giri dalla fine e, nonostante una fastidiosa afa di giornata, chiudo in 9.55.76 manuale (ma arrotondiamo a 9.56). Gli improvvisati giudici di gara saranno delusi: al quarto passaggio avevano azzardato un quello lí lo ciula, ma non mi sembrava carino provarci.

Ci provo invece con gambalunga, dedito ai 400 dopo la delusione dei 3000: monta le chiodate, per l'occasione, e gli rimango in scia giusto il tempo di ammirarne la falcata, cosí diversa dalla mia che invece sbuffo e mulino le gambe a piú non posso: una vera metamorfosi, tanto di cappello.

Poi odio le gare, mi sento male, non trovo giusto fare le gare.

sabato 1 ottobre 2011

Rincorrendo la fiducia

Mattinata fresca, ora che finalmente l'autunno ci sta provando, ed é solo l'inizio. Cacciatori sparuti e sparanti passeggiano tra i miei filari, i cani che annusano l'erba fresca di rugiada. Scelgo la corsia quasi-esterna, non quella che dá sullo sterrato, che é troppo sconnessa, ma quella giusto a fianco: siccome i filari sono di lunghezza variabile, ogni tanto sbuco fuori allo scoperto. Se proprio mi devono sparare addosso, beh, devono veramente farlo apposta. Cose che capitano, ad ogni modo.

15 tirate da 200 circa su terreno in leggera salita, fondo duro ed erba di circa 10 cm, in parte appiattita dal pasaggio dei mezzi agricoli, resa un po' scivolosa dalla rugiada. Tre serie da 5 per ritrovare la fiducia, che ultimamente la regalano un po' a tutti, a destra e oltre. In bella, insperata progressione, chiudo la 1.a a 3,20/km di media, la 2.a a 3,14/km e l'ultima a 3,08/km. Ultimo 200 in 36"2 (ma il GPS dice 210m).

Baldanzoso ma ancora lontano da casa, rientro cercando un chilometro intero, ma mi fermo a 900 di fronte alla vista della rampa finale. Ne viene un altro 3,22/km.
Fiducia per un voto di scarto, scrutinio segreto. Attendiamo l'esito della Commissione 3000 (che poi non sono che 7 giretti e mezzo di pista).

lunedì 26 settembre 2011

Polentone

A Bergamo per pagare un debito di riconoscenza: qui nacqui, in un tempo lontano dove nascere pareva un'impresa che meritasse una visita in città; qui studiai, nei difficili anni da teen-ager (DNA da pendolare).
La Bella ci lavora, è stato facile convincerla a compiere il passo.

Arriviamo che la città dorme, gli atleti non sembrano numerosi nè agguerriti, si compiono in santa pace i riti propiziatori: nessuna coda al WC. Ci si guarda in giro in cerca di facce note, ma pare di stare in terra straniera. Le gambe non girano, capisco subito che sarà una faticaccia.

Sparano e si parte, i primi 5 in leggera discesa: esagero col passo, alla ricerca di qualche riferimento che non trovo, saranno i miei 5 migliori. Poi si inizia a risalire, piano piano ma costantemente. Gli alpini sul percorso non si preoccupano di dare indicazioni: al sesto mi vengono incontro i primi del gruppo, neri di rabbia. Si torna indietro, gruppone compatto, e si incrociano, per un km circa, i polentoni che stanno dietro. Incrocio un compagno di studi, Ale e poi la Bella, un piacevole diversivo.

Approfittando della strada risparmiata, resto al traino di uno di quei fuori di testa: sta pensando di fermarsi ad aspettare la morosa, ma capisco al volo che fra i due sono io quello cotto. E bollito: verso il 14.mo, al secondo errore di segnalazione del percorso, il gruppo si ricompatta e io calo le brache. Testa altrove, gambe non pervenute, penso solo ad arrivare in qualche modo. Prima del 15.mo mi passa Tyar a doppia velocità: è la seconda volta che lo dirottano, gli 800€ del premio se li merita tutti.

Si finisce con un bello strappetto, poi si scende fino in piazza, ma oramai è tempo di sorpassi subiti. A 2 dalla fine, le urla per me strazianti del tizio che segue in bici la prima donna: le resisto fino alla fine, questione d'onore. E, dribblando le Miss che le reggono lo striscione d'arrivo, ripago il debito e, senza alcun rancore (*), mi attacco alla transenna a sgocciolare e godermi il resto della gara.

Risultato: 1.21.07, 34.mo/600 (cat. 7/86)

(*) per la cattiva segnalazione del percorso, per le auto lungo la strada nonostante il divieto, per le docce lontane e mal segnalate, per lo scarso pubblico sul percorso, etc etc. Nessun rancore.

lunedì 19 settembre 2011

Fantasmi sul Lago


Finisce l'Estate e, dopo una nottata che Zeus passa giocando a bowling sul tetto di casa, io e la Bella ci dirigiamo sul Lago sperando che l'acqua risparmi il nostro ritorno alla Non Competitiva. Inutile non farsi assalire dai ricordi e, in questo percorso fra castelli e torrioni, qualche fantasma ritorna a farsi vivo.

Nel primo castello, splendidamente attorniato dai canneti del Cherio, il matrimonio della cugina B: sfarzoso senza essere volgare, lei bellissima, io annoiato. Si sono lasciati da anni, precursori di questi tempi frettolosi.

Il percorso è bellissimo, peccato siamo partiti tardi: incontriamo qualcuno che già torna indietro dal primo giro attorno a Monasterolo, io e Bella ce la prendiamo comoda.

Decidiamo di correre insieme fino al bivio che separerà il percorso lungo (23) da quello medio (14): le ragioni del cuore ci tengono uniti in questo piccolo borgo dove 11 anni fa ci siamo chiusi reciprocamente in gabbia. Sadici.


I ristori sono ben posizionati e riforniti: siamo ben lontani dal migliaio di partecipanti preventivati, ma chi c'è se la gode davvero.
Non lontano dal municipio dove avvenne il fattaccio, l'ex casa dell'allora Sindaco, un amico d'infanzia gentilmente prestatosi al gioco. Separato anche lui, per non parlare dell'allora segretario comunale che certificò l'atto: per lui, una prece.

Il cielo è sempre scuro mentre si rientra a Casazza, e questo non fa che aumentare il fascino del percorso. Dopo il secondo ristoro, saluto e bacio: ingrano la marcia, stacco il freno a mano e mi butto verso la salita a Gaverina. Non conosco la strada, una stretta fascia di cemento che, in pochi ripidi tornanti mi porta al ristoro del 12.mo senza avere incontrato anima viva.

Da lì si procede spesso su sterrati, col cielo sempre più plumbeo: un frontalino farebbe comodo, per illuminare i tratti nel bosco. Procedo gagliardo lungo i tratti in discesa, ma la salita è sempre dietro l'angolo.
Al 15.mo, la ciliegina: un bel tratto di salita al 20% prima di reimmettersi nel bosco. Senza pietà!

Finalmente incontro una coppia di corridori, poi altri 3, mentre mi avvicino al castello di Bianzano. Altro ristoro, un bicchierino per non offendere nessuno, poi due foto al castello, dove quella notte scattammo quattro foto di nascosto, lontano dallo sguardo avido dei custodi. Prosit!

Infine, dopo altri kilometri lungo ripidi e scivolosi sterrati, arriva l'amato asfalto, e me lo godo trovando il cambio di passo fino al gonfiabile dell'arrivo. Dopo la doccia e il ritiro del gustoso pacco gara, l'acqua scende a secchiate, deliziosamente puntuale.



Stagione di pre-campionato e il piccolo Platini, tocco delicato e modi da damerino, continuamente cincischiando con il bordo della maglietta, esordisce con la nuova squadra: una delizia intuirne le gesta, una sofferenza vederlo correre senza cambio di passo. Somiglia a qualcuno, il tipico campione da giardino.

domenica 11 settembre 2011

Incontro all'acqua

Una maratona fuori casa non é cosa da tutti i giorni: messa da parte l'idea di prendervi parte, anche nella versione a staffetta, programmo una ricognizione mattutina seguita da una mattinata di tifo e fotografie.

La ricognizione dá finalmente delle buone senzazioni: 18k a 4.10 era un pezzo che non me li permettevo. Speriamo che duri, che le endorfine si sviluppino per bene. Il mio percorso incontra quello della maratona dal km 33 fino al 27: la prendo al contrario e soffro per il calvario di saliscendi che dovranno affrontare i miei amici. Sono le 7.30 e il sole mi sta giá dando addosso in maniera fastidiosa, non immagino cosa succederá fra qualche ora.

Poche ore dopo, torniamo in bc sul luogo dell'evento, sempre in senso contrario. Dopo 2 ore nessuno si é ancora fatto vivo al km 33, quindi ci avviciniamo piano piano finché non incrociamo il primo, uno staffettista, poco dopo il 30. Seguono, lentamente e in un grondare di sudore, tutti gli altri che corrono. Perché, di lí a poco, saranno in pochi a permettersi di correre ancora ...
Mi avvicino al ristoro del 30.mo, ed é tutto un camminare, uno strascicarsi di atleti distrutti dal caldo della giornata: la scelta della data non é stata delle migliori, cosí come l'idea di partire alle 9.30 (concomitanza con corsa ciclistica, dicono gli omini in arancione). Tutti eroici, per ognuno un applauso e una parola di conforto: quando mi veniva, perché, dopo il "Forza, dai!", spesso mi veniva da pensare "Questo non ce la fa ...".


In una bella giornata di sport e fatica, di bc e gente incuriosita e paziente, il premio S. del Secolo va al tizio che, borbottando, sfida i controlli per rientrare a casa col suv, dove lo sento rivolgere parole d'amore per i ciclisti ("tossici") e i corridori ("rincogl.") che ne ostacolavano passaggio. Dopo essermi preso della "testa di c." per aver cercato di difendere i miei diritti, capisco che non é aria e lascio che si sfoghi con i familiari: beati loro che se lo godono tutti i giorni.

mercoledì 7 settembre 2011

Specialista nel salto

Maggio saltato per ditocondria. Idem il resto dell'estate, salvo qualche rara eccezione.
Stasera salto il 3K in pista (obiettivo under 10 rimandato).
Poi salterò ancora, ché le fidal provinciali non sono adatte a stimolare la coltivazione delle endorfine.
In pratica, sono sul mercato: mangio poco, non sporco, ma ho le mie cose. Molto spesso.

Intanto, l'holter disvela i segreti del cuore: max 88, min 35, media 53. Lui non salta.

martedì 30 agosto 2011

Arretrati

12 agosto-Luna piena con vista lago
Fortissimamente voluta, organizzata e preparata con la Bella e l'amico Micio, sulla falsariga di quelle dei Fo di Pe: é andata benissimo, eravamo in pochi e la luna ha fatto il suo dovere. L'anno prossimo si ripete.

13-26 agosto, Val Badia
Quinto anno nello stesso paradiso: a descrivere queste verdi valli si rischia di sconfinare nel melenso, i luoghi dove persino le marmotte decorano di fiori le loro tane vanno trattati con freddezza. Sottile é il confine fra la poesia e il melodramma, evitiamo di sconfinare.

Dico solo: 130 km di passeggiate con zaino in spalla e famiglia a carico e oltre 90 di corsa, nel tempo rubato al sonno, ai pasti o al termine delle gite.

Sole a non finire. Funghi in quantitá (modica e per uso personale).

All'anno prossimo. Ed ora, rientriamo nei ranghi.


28 agosto, Gli Elfi
La curiositá di provare il percorso mi tira giú dal letto, dopo le 8-ore-8 di coda sull'autobrennero (maledetti crucchi, che ci venite a fare al mare a settembre?). Arrivo in canotta e pare che sono l'unico a non temere il fresco della mattinata, finalmente.

Corro in perfetto anonimato, devo staccare la spina e far pace con la corsa in quanto tale. Scarpacce nuove per l'occasione (vedi sotto): pesanti ma comode.

Gambe dure sin dal via, in leggera discesa, poi va meglio nel tratto in salita, asfaltato e ripido. Guadagno posizioni con facilitá, quasi senza volerlo. Alla Madonna del Giogo si scende per i boschi: pronti via e sono giá con le mani a terra, la discesa lungo lo stretto sentiero coperto di rocce e radici non fa per me. Rallento e faccio spazio.

Nel finale, indicato un po' grossolanamente dagli elfi burloni (le frecce vanno ora tutte in senso contrario alla marcia), incontro 3 dei primi che rientrano dopo aver sbagliato percorso: lascio passare pure loro.
Esco sano dal bosco e faccio una volatina nel tratto finale asfaltato. Alle 10.30 sono a casa, ci voleva.

Scarpe nuove
Ammetto, le ho prese di fretta perché ne avevo bisogno e il requisito principale per me doveva essere quello della morbidezza del plantare, per evitare il riacutizzarsi dell'infiammazione al ditino. Ottima calzata, buon ammortizzamento, bel design, ma ... la suola troppo spessa mi ha fatto piú volte inciampare contro ostacoli affioranti che pensavo di avere giá superato; il grip della suola, ondulata ma liscia, é da incubo su tratti di roccia liscia o su terreno fangoso; infine, il tacco risulta eccessivamente arrotondato verso l'esterno della scarpa, portando il tallone a rovesciarsi verso valle mentre si percorre un sentiero su suolo in pendenza (in pratica, impossibile correre fuori sentiero).

A conti fatti, un acquisto quasi sbagliato. Da riprovare.

mercoledì 10 agosto 2011

Patapumfete

Non ricordo cosa ho sognato, ma in quei due minuti ho veramente dormito di gusto.

Quando ho aperto gli occhi, volti curiosi davanti a me, un sacco di domande e un tipo mai visto prima che mi tiene i piedi sollevati. Gli occhiali caduti distanti, chissá come. Troppa grazia, lasciatemi andare! Ma il tizio gentile in divisa blu, begli stemmini rossocrociati (un team concorrente? l'ho giá vista in altre corse ...), insiste e mi fa fare un giretto, con ingresso da prima classe, fra altri tizi gentili in camice verde: pressione bassa, battito scarso, ecg nella norma, una flebo di merenda e infine il meritato codice verde.

Mentre pasteggio a spese della comunitá, ripenso alle parole dell'ortopedico, un coetaneo che sostiene che il nostro timore per aghi e punture sia generazionale, tipico di chi ha vissuto gli anni della penicilina e di certi antisettici, tanto spesso usati quanto irritanti. Dopo l'infiltrazione -é dolorosa, ti avverto- si congratula per il mio coraggio -hai resistito bene. Stavo giá sudando freddo: cento metri dopo, la mia corsa finisce contro il vetro della porta girevole.

Proprio vero, in certi posti si entra ma non si sa mai quando se ne esce.

martedì 2 agosto 2011

Cose che danno da pensare

Che la bella e faticosa corsa di mercoledì, e il faticoso e produttivo giro a funghi di sabato non erano l'ideale prima di Adrara.
Che, nonostante tutto, rifarei sia l'uno che l'altro.
Che camminare in salita a passo lungo vale quasi quanto correre, se sono arrivato tra i primi.
Che le A3 mi stanno venendo a noia, e non sono nemmeno l'ideale per i sentieri di questa stagione scivolosa.
Che lo scorso anno avevo corso l'ultimo K in recupero, senza l'umiliazione di essere passato in scioltezza da un compagno di squadra.
Che anche stavolta ci rimetto una ventina di secondi, nell'eterno confronto con me stesso.
Che il vincitore lo fa per lavoro, ma non ci sono ferie o malattie.
Che le premiazioni alle 14 sono ahimè pretenziose, quando alle 11 si era già tutti in attesa.
Che alle 14 noi stavamo a casa, e poco dopo sul fiume a guardare pescare.
Che 17K di coda in A4 sono troppi, ma gli impegni sono impegni.
Che il primo impegno lo perdo perchè mi smarrisco nelle deviazioni per la Valassina. E addio friselle.
Che il secondo impegno lo perdo perchè Piazza Caduti sul Lavoro a Milano non è Via Caduti sul Lavoro a Sesto, e la tecnologia bisogna saperla usare, prima di venirne usati. E addio Mister P.

Forse è il caso di lasciar riposare le scarpette. Forse è anche il caso di guardarsi attorno.
  • 19 luglio 2009: 37.mo su 84, in 1:03:37
  • 25 luglio 2010: terzo su 38, in 59:08
  • 31 luglio 2011: quarto su 44, in 59:26

venerdì 29 luglio 2011

L'omonima torta

Tornare a casa in una fresca serata di fine luglio e, passo dopo passo, in una corsa che parte dolcemente addormentata e si fa freneticamente allucinata, sfogliare l'album dei ricordi, pagina dopo pagina.

Qui inizia il percorso vita, lo calpestavo durante gli studi al rientro dalla cittá malsana. Una corsetta, che poi la domenica c'era da tirare calci al pallone e prenderne sui fragili stinchi. Le siepi sono cresciute, i ponticelli hanno retto. Sempre fresco qua sotto.

Qui inizia il lago, fra questi canneti ricordo una foto: io e i fratellini che peschiamo con improvvisate canne di legno. Quei colori sbiaditi, quei capelli biondi, che sembra impossibile eravamo proprio noi. Gioia sincera e spensierata.

Lungo questi sentieri si passeggiava a castagne, ma attenti ai padroni: si sta lungo il sentiero e si sgraffignano quelle cadute per terra. Buone, mai troppo grosse, che di marroni qua non se ne vedono: terra di miseria l'alta cavallina. Un sentiero scivoloso, sconnesso e pietroso, ma si lascia correre.

Poco sotto si vede la cascina dell'Andreina, padrona di casa di nonna (una camera, una cucina, poco altro) prima che finalmente avesse una casa tutta sua: da qui é tutta discesa, lunga, ripida, a tornanti. Gambe a pezzi, morale in crescita, ma non siamo nemmeno a metá.

Si ripassa dalla partenza per un'inversione a U con passerella e speaker: "questi sí che hanno la gamba, gli manca ancora un giro e non sentono la fatica!". Mamma sta sulla panca, gli eredi scorrazzano sul campo sintetico. Il fratellone sta giá dietro di un paio di minuti.

Si gira sull'altro lato della valle, in cerca della vista Lago: mi affaccio a sbirciare il giardino che una volta era casa mia, sopra la Banca dove babbo lavorava a Km 0. Si sale ancora e poi ancora, un ricordo dopo l'altro.

A malincuore devo passare Super Marco: stiramento al polpaccio e conclude con l'auto dei soccorsi. Facciamo due parole ma io devo scappare, che sul punto piú alto della seconda parte devo attraversare il giardino-frutteto del fratellino. La cognata, beata ingenuitá!, mi chiede di fermarmi per la foto: verrá mossa.

La discesa é frenesia e cautela: la notte scende veloce e il buio avanza. La torcia é una flebile lucina che serve a poco: il passo é svelto, insolitamente svelto, sono in piena trance emotiva.

Passo la parrocchiale dove spesso ho occupato i banchi di fondo: quante meste occasioni, troppe volte ci siamo visti. Passo anche la casa del Piero ma é vuota, scendo fino al sottopasso e siamo in zona zia Pina. Qui, sopra la mia testa, ha attraversato la 42 per l'ultima volta. Mi viene un crampo, al polpaccio stavolta, e mi distrae da questi pensieri.

Prima di rientrare al percorso vita, un ultimo passaggio davanti a casa sua. Il caco che sempre potavo non ha resistito al nuovo proprietario (oppure é troppo buio e non vedo bene?). La ricetta segreta della torta omonima, tutta farina e marsala e tanto asciutta che dovevi per forza accettare un bicchierino, sta al sicuro nel cassetto.

Finisco non so neanche quanto, mi dimentico di spegnere il crono, sbocconcello qualcosa, bevo e mi lavo. In quegli spogliatoi dove il Capitano, di fronte all'impietosa classifica, ammise che ero l'unico a correre.
E continuo.


domenica 24 luglio 2011

1500 scadenti

I 1500 di mercoledí, sulla bella pista di Saló hanno confermato i miei sospetti.

Non ho il ritmo: +4" rispetto ad un anno fa.
La pista non si improvvisa.
Infine, il Garmin parte almeno un secondo dopo il mio click: questo spiega la differenza fra il Suo 4.45 e rotti e il 4.46.50 dei giudici.

Delusioni a parte, dimenticando anche i 40' in coda sull'A4, la serata ha avuto i suoi lati piacevoli.

Incontrare i vecchi amici, prima di tutto.
Poi, correre sul bel prato verde durante il riscaldamento minimalista.
Quindi, provare a tenere il ritmo del gruppo degli Avigo: é.durato un 5-600m, giusto il tempo di chiedermi cosa ci facessi in mezzo a loro, che se ne sono andati.
Vincere la volata per l'inglorioso sesto posto: le sue (rumorose) chiodate contro le mie rimbalzanti A3.
Infine, la prova del giavellotto: mai impugnato prima, e si vede. Due nulli (un piatto e una coda) ma da ripetere.

Sono solo il pallido clone, l'altro tizio rientra a settembre.

martedì 12 luglio 2011

Madre terra

Non ricordo come hanno fatto ad incastrarci, ma ci sono riusciti anche stavolta, quindi ci tocca affrontare la trasferta nel pordenonese per i Campionati Italiani di Corsa in Montagna (o, più brevemente, gli Italiani di Montagna).

A Piancavallo fa fresco, tuttavia il posto mi pare ancorato alla fine degli anni 60, e l'arredo degli alberghi dove alloggia la truppa, arrivata sull'altopiano dopo 5 ore di pulman, lo conferma in pieno: il tutto mi ricorda quei polverosi reportage che leggevo da piccolo, sulle gare dei Trofeo Topolino di sci.
Dopo una lauta cena con il tipico menù dell'atleta (pasta in bianco e formaggio da banco del super per me, lasagne e polenta con spezzatino per i normali), un giretto al fresco e poi tutti a nanna.

Il giorno dopo ci aspetta l'inimmaginabile: un bellissimo percorso fra prati e boschi, tutto su erba o sterrato, con dislivello contenuto ma pendenze esagerate, sia in salita (lungo gli impianti) che in discesa (lungo la pista). Considerando i quasi 13K dichiarati, c'è di che preoccuparsi.

La Bella completa a fatica i suoi due giri: arriva sudata che è un piacere, chè il sole picchia sulla pelle dei corridori, e i tratti coperti dal fitto fogliame dei faggi servono giusto ad evitare il collasso.

La nostra serie è molto partecipata: vedo in giro alcuni tizi con improponibili calze modello bancario, forse li hanno arruolati all'ultimo minuto. Capita.
Allo sparo finisco subito nel collo della bottiglia: alla fine del rettilineo di lancio vedo che i primi sono già avanti di quasi duecento metri. I sorpassi sono difficili, il sentiero è largo giusto un trattore e completamente intasato. Me la prendo comoda e inizio a cercare il passo non appena parte l'ascesa, ma non ricordo quale è il passo giusto, è troppo che sto lontano da questi percorsi!
In breve: un primo giro tranquillo a 4,34/km; nel secondo, con la strada libera inizio a vedere le gocce cadere dal berretto (4,47 alla fine); all'ultimo getto la spugna e chiudo la salita più ripida camminando (4,58). Ad ogni modo sono il quarto di categoria per la squadra, i miei punti non contano ed ho la coscienza a posto!

Chiudo 22.mo di categoria, poteva andare peggio, 50 li ho lasciati indietro (i famosi bancari, immagino).

La squadra invece deve mollare il titolo, dopo 3 anni consecutivi: tra me e me ne sono ben lieto, chi vince troppo diventa odioso e questo è quanto sento nei nostri riguardi. Evviva i vincitori e benvenuti nel Club!

PS: lo scrivo a bassa voce, non vorrei che Lei sentisse. Pare che, dopo due giorni di trattamento con l'argilla (i consigli della mamma) il problema del dito stia rientrando. Pare. Fine del tag ipocondriaco. Non vedo l'ora di ricominciare a modino: il 20 in pista per i 1500.

venerdì 8 luglio 2011

10 giorni al Nord

Rügen ha la giusta distanza da casa, dalla striscia d'asfalto che mi spolpa la schiena, dal loculo dove spreco le ore migliori, dal megalomane appiccicato alla poltrona con la Coccoina, ecc ecc. Ed è bello, per una volta, non incontrare connazionali ed essere guardati ovunque come i meridionali del caso: perchè c'è sempre un posto più a Nord del tuo.

Gli ampi spazi verdi fanno subito effetto e ci si dimentica subito di tutto. Ah si, ho anche un paio di diagnosi prima di partire: i raggi dicono che le ossa sono a posto ("piede sano e intatto"), l'eco dice che c'è una "area ... che si estende per 7,2 mm compatibile in prima ipotesi con area di probabile borsite pericapsulare". Visita ortopedica rimandata a dopo le vacanze.
E allora corro senza pensarci, per buona parte del tempo su sterrato. A volte costeggiando il mare, che fa capolino alla fine del bosco di faggi, a volte inseguendo leprotti tra campi di grano e segale. Oppure attraversando campeggi che paiono senza fine. O zigzagando lungo bianche spiagge fra sederi e piselli al vento. O ricercando la forma risalendo il faro di HiddenSee. Oppure, in una mattinata da tregenda, sfidando i goccioloni alla ricerca del lago che non trovo.

Ovunque, alberi da far paura, silenzio e calma. Quello che ci vuole, ma non basta mai.

sabato 18 giugno 2011

10 politico

Chiudono le scuole, tempo di bilanci, ma anche di vacanze dai nonni: io ne approfitto e, dopo la luna piena senza luna di mercoledì, il giorno dopo c'è una 10K nella campagna bresciana, alle 8 della sera.

Grande, forse inattesa partecipazione a Bagnolo Mella: si parla di 1000 atleti, quasi tutti del tipo che preferisco, il tapasciatore con famiglia. Dopo un breve e inutile riscaldamento, parto alla ricerca di un medio, che il ritmo di questi tempi mi è un po' scappato di mano. Fatico un poco, soprattutto di testa, anche perchè la faccio quasi tutta in solitaria. Al quinto mi fermo a bere un bel, meritato bicchierino, perchè, se nei tratti di strada bianca il fresco non manca, quelli in asfalto trasudano vapore che è una meraviglia.

Nell'ultimo k il percorso si ricongiunge a quello dei 5 scelto dalle famigliole: arrivo corricchiando e zigzagando, col cartellino oramai volatilizzato (immagino che il sudore l'avesse ridotto in cellulosa), e mi vedo appioppare dagli improvvisati giudici di gara un bel cartellino col fatidico 10 M. Mi tocca portarmi a casa un bello zainetto anche stasera.

La foto sul sito degli organizzatori dice: decimo.
Dieci dappertutto anche sulle due pagelle: stona un 9 in inglese, rimedieremo. Cara Marystella, ritenta e sarai più fortunata: quest'anno ti è andata male. Ammetto che ce l'hai comunque messa tutta.

Dedica finale all'amico pistaiolo: le amarene si sciolgono e basta, non hanno spessore, come fai a mangiarle? :) Vanno bene sotto grappa o racchiuse fra due strati di frolla (la mia torta preferita, tra l'altro). Per questo da noi si usa un mix di altri fruttini: colazione da 10.

giovedì 16 giugno 2011

Ghiaccioli

Anice.
Grazie Fo di Pé, grazie Pantera Rosa.

Mancava solo Lei, troppo chiaro.
Da ripetere, alla prossima Luna.

LUNA PIENA CAROBBIO


Una grande uscita di Luna piena con 77 partecipanti. Percorso bellissimo, atmosfera da tapasciata goliardica ed una compagnia super con la regia di Massimo e del Club Pantera Rosa.

mercoledì 8 giugno 2011

Cortina Dobbiaco a inseguimento

Tutto troppo di fretta, come sempre, come non si deve: difficile metabolizzare l'evento quando non ti sei quasi accorto di esserci stato. Siccome mi hanno detto che non devo pensare, lascio due pensierini in stile fine anno scolastico, che la settimana ci sta regalando impegni extra a non finire. Marystella chiudi bottega che non ci pensiamo piú.

Premessa: io e la Bella adoriamo quelle zone. Ma, parere personale, io preferisco localitá piú tranquille ed agresti. Dobbiaco non vale S. Martino, per quel che mi riguarda: il lungo viale svenduto al commercio mi ricorda Corvara e fa tristezza. Per fortuna é rimasta una piccola fattoria giusto prima della chiesa, a ricordare com'erano quei posti, come dovrebbero essere.

Nel marasma del turista podista, ci infiliamo in un discreto albergo in piazza e abbiamo almeno un buon posto da segnalare alla voce cibo: abbastanza vicino alla zona della corsa, c'é la Pension Frieda, buon cibo casalingo e cameriere molto graziose. Da evitare, invece, la zona del Lago: le tavolate stile lungomare e la presenza di numerosi (motor)bikers non sono un buon segno.

Il percorso, il vero gioiello dell'evento, ricavato dalla vecchia linea ferroviaria, é un inno al verde: panoramicamente parlando é piuttosto limitato, dato che il bosco copre quasi sempre la visuale (o forse era solo colpa delle nubi basse?). Una bella, necessaria boccata d'ossigeno, ma non paragonabile alla Drei Zinnen, dove ho un altro credito da riscattare.

Il meteo, perfetto: a Cortina diluvia fino a 10' dalla partenza, il tempo di togliere le mantelline, di rimpiangere un paio di calze asciutte e si parte. Il diluvio riprenderá solo dopo aver addentato l'ultima fetta di apfelstrudel.

La corsa: la condizione é quella che é, il morale in crescita ma il dito continua a dar segnali dal basso. Parto con la Bella, dal Corral numero 4: un bacio sulla linea di partenza e via che inizio la rincorsa. Nel tratto in salita ne sorpasso a migliaia, in vibrante attesa di portali magici che si aprono davanti a me. Cerco di divertirmi, é pur sempre il mio f. birthday, mi devono lasciar passare!
Non conoscendo il percorso e sapendo di non avere confidenza coi 30, cerco di non esagerare: allo scollinamento sono un poco provato, poi scendo piú allegro ma senza esagerare. Pubblico festante, auto ferme in colonna lungo la vicina strada.
I sorpassi iniziano a calare nel finale, qualcuno dalle retrovie mi si fa sotto: una vescica sotto l'alluce scaccia il male minore. La porto a casa anche stavolta.

La classifica: per arrivare a quelli col mio stesso real time, devo scendere di una sessantina di posizioni, di sicuro potevo fare di meglio, ma forse non era nemmeno il caso.


Il rientro, un incubo. Segnare a fuoco sui polpastrelli: l'ultimo giorno di un Sacro Ponte non ci si mette in viaggio.

(*) Brava la Bella che chiude i suoi primi 30 sotto le 3:10. Ne sono certo, correrá la sua prima maratona sotto le 4 ore.

(**) Mi chiedo: ma i dieci minuti scarsi fra il recente record dei 30K in pista e l'ora e trentasei del vincitore, non sono pochi?

(***) Mi sta tornando Voglia di Badia.

venerdì 3 giugno 2011

GP Sebino, per dovere

Poteva andare peggio.

Nella festa del GP (finalmente qualcuno si é accorto che il 2 Giugno é un giorno di Festa Nazionale: l'inno e i fumogeni tricolori sono stati proprio una bella idea), mi calo nel ruolo di chi se la vuole godere, a prescindere dall'evento sportivo personale, e ce la metto tutta.

Arrivo che il cielo é coperto di nuvoloni grigi: sembrano immobili e minacciosi, ma il lago da qui é bellissimo. Raggi di sole penetrano dall'altra estremitá e danno un senso di magico. Spettacolo per pochi, per quelli che sono giá sul posto alle 7.30, come gli amici milanesi che hanno fretta di occupare i tavolini del parco per il loro Ristoro Privato. Piano piano il grigio svanisce ma la temperatura rimane accettabile e ideale per la corsa.

Con Gianni, a riposo per la caviglia distorta, seguo la corsa degli over 45, lista degli iscritti alla mano, e incito uno ad uno i numerosi, a volte sconosciuti, compagni di squadra. Nemmeno al secondo passaggio mi ricordo tutti i nomi, la memoria fa cilecca. Qualcuno ha anche tempo di alzare la mano, l'operazione boyscout Aiuta il nonnino ad attraversare la strada forse ha funzionato.

Poi, senza gran voglia, tocca a me: quattro minuti di riscaldamento e partenza tranquilla. O almeno mi pare, ma tutti sono giá a razzo e io vengo trascinato nel loro delirio marinettiano: lascio che i frettolosi mi passino, non c'é proprio la vena giusta oggi. Vado tranquillo insomma, il passo é costante e solo nel finale provo un'accelerazione per staccarmi di dosso qualche avversario. Evito l'errore dei compagni piú giovani che, partiti troppo ottimisti, recupero con calma: uno resta assieme a me e gli regalo "l'onore" di arrivarmi davanti. Bravo ragazzo!

I passaggi delle donne me li godo in discesa, mentre tiro due calci al pallone con l'erede: brave tutte e bravo il piccolo che si ricorda a memoria i nomi delle nostre atlete.


Con i pargoli dai nonni, la giornata si chiude alla grande con la salita al monte (300m dislivello, periplo di circa 8km), giusto per smaltire le fatiche e allontanarci un po' dalla folla: Micio fa la guida turistica e ci guida lungo sentieri e misteri che conosce a menadito, la Bella ha un po' di fiatone ma la passeggiata ha il suo fascino. Ci riposiamo.
  • 2 giugno 2009: 26.mo/94 (MM40), tempo 30.27
  • 2 giugno2010: 12.mo/103 (MM40), tempo 29.01
  • 2 giugno2011: 19.mo/116 (MM40), tempo 29.17

mercoledì 1 giugno 2011

Dubbi

Due corsette sono riuscito a farle, gambe indurite da dieci giorni di pedalate e piede sotto controllo. Domani parto in modalita' blanda, mi troverete al tavolino iscrizioni o in giro a soffiare nei gonfiabili.

Che ritmo riusciro' a tenere e fino a quando?
La testa reggera' il tintinnio del dito pestante?
E come sara' scollinare al GPM tra le consuete ali di folla (da brividi), con poche possibilita' di farmi sotto nel tratto a me piu' congeniale?
Il tifo di Gianni a bordo pista mi sara' di aiuto?

E come mai questa tastiera non ha gli accenti? (*)

E, infine, com'e' che ora siamo tutti festosi per questa ritardata Liberazione? Vien da chiedersi chi li avesse votati (in massa) fino all'altro ieri.

Corri e non pensarci.

(*) cioe', di solito CTRL+ALT+ funziona, e' l'editor del Blogger che fa le bizze e non ho voglia di smanettare con l'AccaTiEmmeElle.

lunedì 30 maggio 2011

Remano contro

Venerdì breve ritorno alla corsa: una tapasciatina al paesello della Bella, bel percorso sul lungolago, dichiarati 10 ma poi saranno circa 8.5K. Arriviamo che siamo i primi, il tempo è inclemente: poi verso le 20 sembra schiarire, arriva qualche bimbo, i panini sono già pronti, quindi si parte. Tempo 5 minuti e riprende il Diluvio, che dura fino a fine regata. Piede non bene e non male, devo riprendere l'assetto di corsa e la fiducia. Gambe vogliose ma scariche. Fiato pochino. Resto pessimista e il cielo mi è pure contro.

Per il resto, è una continua tortura: continuiamo a girare per tornei in questi giorni e, sarà solo un caso, ma tutti quanti si svolgono negli unici impianti della zona dotati di pista d'atletica. Li sto girando tutti: guardare ma non toccare.
Incontro pure l'amico Gianni: per lui distorsione alla caviglia in montagna, probabile rientro a fine estate.

Infine, una nota di biasimo verso gli organizzatore del torneo di mini volley, che regalano alla nostra campionessa la maglia verde in questione. Il danno, la beffa e tutto quanto.

martedì 24 maggio 2011

Pazienza

9 giorni dopo, piede sgonfio dopo legatura maldestra.
Nuova diagnosi: piccola cisti sotto il tendine estensore del secondo dito (volgarmente: illice). Passerá.

Pazienza, corsa moderata, bicicletta e Aulin come se piovesse.

Cambio programma: il GP del 2 al piccolo trotto o da sbandieratore; la Cortina-Dobbiaco in modalitá it's-my-f.-birthday. Poi si vede: un certo fremito sta scemando. Pazienza.