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venerdì 25 gennaio 2013

Il Metodo Sperimentale

Che male possono farmi 15 giorni di corsa consecutivi? Che ne so, e allora provo.

Niente di troppo serio: nessuna tabella, nessun guru a cui dar retta, solo voglia di mettersi in gioco e di far fare due passi alle scarpette e due giri alla lavatrice. Insomma, un po' come il tipo che prova a diventare sociovegetariano a modo suo, per il gusto di provare.

Una decina di chilometri al giorno, mediamente, senza strafare. Ieri venti per chiudere in bellezza, ripetute poche e corte. Montagna, una volta sola, che tanto ci rivedremo col bel tempo. Una sola gara, ma scelta con cura amatoriale. Parecchi medi o giù di lì, invece: che è un bel correre ed il tempo passa veloce mentre esplori i dintorni e nessuno ti prende per matto che vuoi fare il Bolt sulla ciclabile.

Sensazioni buone, a volte buonissime: ogni giorno che si ripete come il precedente, senza troppa fatica, senza bisogno del lento rigenerante che credo sia un'altra invenzione di Albanesi. Un rituale che oggi mi è mancato, lo confesso. Rientrare in mensa con i colleghi, lasciare la sacca nel ripostiglio, le scarpette in soggiorno, le calze sullo stendino, le mutande nel cassetto e le clementine nel vassoio ... che smacco.

Unico effetto collaterale, un piccolo rigonfiamento alla caviglia, ma pare più una distorsione che una tendinite, forse effetto dei due giorni di corsa con le scarpette di riserva, dopo il pantano di Treviglio.
Penso che potremo avere una fase due. Magari non subito ma io me la sento che arriva. E di solito ci azzecco.

lunedì 21 gennaio 2013

La paciarella, ovvero il fattore campo

Poco da dire, dopo la Versione di Nicola, ma è da stamattina che questo titolo mi ronza per la testa, allora aggiungo una spruzzatina di pepe qua e là, riempio i vuoti.

Innanzitutto, io arrivo prestissimo, seguendo le indicazioni della signorina che si nasconde dentro il tomtom, e passo un'ora almeno svaccato in macchina a piedi scalzi, col primo paio di calze già compromesse. Alle 8 sono bello che iscritto, ci siamo solo io e un'agguerrita banda di Michette (e mandategli almeno un "bello il nuovo sito", che se lo merita!) dedite alla preparazione dell'immancabile tendone sociale: il fornello del caffè installato, le salsicce saranno pronte poco dopo. Questi qua hanno capito tutto.

Insomma, i primi cento passi fuori dall'auto mi bastano per infangarmi il primo paio di scarpe, penso mentre osservo dal parabrezza il lavorio attorno ai gonfiabili. Per quanto ci si lamenti, c'è sempre chi se la passa peggio.
Verso le 8.20 iniziano a passare i primi riscaldamenti lungo la stradina asfaltata: li osservo e basta, oggi non è giorno di battaglia, e nemmeno di polmonite.

Solo verso le 9 esco per un doveroso ricambio d'acqua, ed incontro il suddetto 98, stivalato come da sua premessa: all'uscita l'ho già smarrito, quindi me ne esco per una prima ricognizione in solitaria. Giusto per assicurarmi che il campo sia ben oltre il limite della praticabilità, come è giusto che sia in queste Grandi Occasioni. Lo è, fa veramente schifo ben più di quanto pensassi, più di quanto un fanatico crossista potesse sperare. Atmosfera perfetta

Bene, la faccio corta che era solo un cross medio e "quelli forti comunque fanno il lungo", e poi sono solo un "pivello" e non è che ne capisca molto, in verità. Conosco solo una regola, lo confesso, quella di mettere un piede avanti all'altro, fino alla linea d'arrivo e poi oltre.
Ah, sono anche un riconosciuto "freddoloso", pur essendo oggi uno dei pochi a maniche corte.

Parto tranquillo come sempre, e capito dopo il sorpasso di Nic nel gruppetto dei primi dieci, fra i quali riconosco alcuni volti noti. Li tengo senza troppi problemi, ogni tanto perdo terreno nei tratti fangosi ma mi rifaccio sotto nei pochi tratti corribili. Nell'ultimo giro ne passo un paio e perdo l'attimo buono per farmi sotto ai tre davanti: quando ci riprovo sono nel bel mezzo del pantano, con le caviglie smerdate ed è troppo tardi. Chiudo senza volata, per la delusione del mio manager, ma anche senza affanno.
Tanto che, se non fosse per il terribile gelo che mi paralizza le estremità dei piedi, starei quasi metidando il bis sul lungo ... ah, che incontentabile golosone!

La bella passeggiata finisce con un'ottima fetta di paciarella made in Michetta, sapientemente sottratta dal compagno di sbronze, la cui consistenza ricorda vagamente il campo di gara. Il sapore, molto migliore. Alla faccia del piatto povero.

PS: com'è, come non è, correre da queste parti mi porta spesso nei primi dieci o giù di lì. Escludendo l'ipotesi che l'aria locale mi faccia correre più veloce o quella assai più bislacca che io faccia parte della schiera dei top-cosi, ne resta in piedi soltanto un'altra. Ma non vorrei sbilanciarmi troppo. Del resto, sono le mie corse preferite.





mercoledì 16 gennaio 2013

Coming Out

Piccole rivelazioni di poco conto.

Un mese e passa che corricchio a vuoto, qualche obiettivo l'ho buttato giù ed ora è tempo di confrontarsi col mondo esterno.

Il prossimo appuntamento sarà quindi a Treviglio, personale esordio nel Trofeo Monga. Senza grosse pretese, se non di arrivare in fondo, non farsi male ed evitare l'usuale unghia nera post-chiodate.
Che oggi ho recuperato dal fondo del ripostiglio, tolto dalla scatola e spero presto di mettere alla prova in qualche vigneto fangoso.

Il mio competitor è avvisato: si curi le vesciche e si facci trovare sul posto.

sabato 12 gennaio 2013

Rock N' Roll Fun

Dopo un mese di puro relax, si inizia a pensare di far sul serio. Entro i limiti.

Un bel giro a tutta attorno al fiume, in parte sterrato e molto ondulato: provato prima di capodanno con alcuni compagni di squadra, da solo ci metto un quarto d'ora in meno. Cinquantaquattro minuti di apnea, qualche pausa dovuta, per rimuovere l'inverno dal setto nasale, un buon inizio.

Una decina di sparate tra i filari, circa duecento metri in leggera ascesa, su erba. Prima regolo il passo, cercando il ginocchio alto e via dicendo, all'ultimo mi gioco il jolly e cambio registro, tirando fuori il velocista che non sono. Cerco la canzone giusta (*), e poi via con i piedi veloci che quasi non toccano terra, la spinta di braccia e il baricentro sempre avanzato, par quasi di volare. Divertente anche così, ma questa roba è Atletica, è diverso dal mio correre e basta.


(*) Che poi è la vera novità dell'anno, la nuova dimensione podistico musicale. Ma quanto sono carino con il mio nuovo compagno di corsa, piccolo e rosso, vinto alla Lotteria aziendale di fine anno?


domenica 6 gennaio 2013

Il mio cuore batte solo per te, baby

Due corsette molto simili, ed è quasi ora di ricominciare.

Venerdì 13K lungo il fiume, in parte sterrato lungo il canale: 45m il dislivello del GPS, ritmo poco sotto i 4,20/km. Sensazione di stanchezza, ma stavolta i bioritmi non c'azzeccano.
Ieri giro analogo, passando dall'altra sponda del fiume per 17K circa: 148 i metri di dislivello, ritmo leggermente più veloce.

Il primo giorno, in pausa pranzo durante il lavoro, il cardio segnala 153 di media e 176 di massima. Una follia di battiti insomma.
Il secondo giorno, allo stesso orario ma senza lo stress del lavoro appiccicato addosso, segna 142 di media e 156 di massima. Quasi mai sopra i 150.


Solo tre giorni di lavoro e sono già uno straccio. C'ho bisogno di aria fresca. E di preparare una bozza di programma.