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lunedì 30 maggio 2011

Remano contro

Venerdì breve ritorno alla corsa: una tapasciatina al paesello della Bella, bel percorso sul lungolago, dichiarati 10 ma poi saranno circa 8.5K. Arriviamo che siamo i primi, il tempo è inclemente: poi verso le 20 sembra schiarire, arriva qualche bimbo, i panini sono già pronti, quindi si parte. Tempo 5 minuti e riprende il Diluvio, che dura fino a fine regata. Piede non bene e non male, devo riprendere l'assetto di corsa e la fiducia. Gambe vogliose ma scariche. Fiato pochino. Resto pessimista e il cielo mi è pure contro.

Per il resto, è una continua tortura: continuiamo a girare per tornei in questi giorni e, sarà solo un caso, ma tutti quanti si svolgono negli unici impianti della zona dotati di pista d'atletica. Li sto girando tutti: guardare ma non toccare.
Incontro pure l'amico Gianni: per lui distorsione alla caviglia in montagna, probabile rientro a fine estate.

Infine, una nota di biasimo verso gli organizzatore del torneo di mini volley, che regalano alla nostra campionessa la maglia verde in questione. Il danno, la beffa e tutto quanto.

martedì 24 maggio 2011

Pazienza

9 giorni dopo, piede sgonfio dopo legatura maldestra.
Nuova diagnosi: piccola cisti sotto il tendine estensore del secondo dito (volgarmente: illice). Passerá.

Pazienza, corsa moderata, bicicletta e Aulin come se piovesse.

Cambio programma: il GP del 2 al piccolo trotto o da sbandieratore; la Cortina-Dobbiaco in modalitá it's-my-f.-birthday. Poi si vede: un certo fremito sta scemando. Pazienza.

mercoledì 18 maggio 2011

Me la lego al dito

Breve consulto dal medico in serata.
Per scoprire che, se l'alluce del sinistro lavora verso destra, il secondo dito tende dalla pare opposta, come anche i tre rimanenti: logico quindi legarlo NON all'alluce, ma al vicino di sinistra.
Il geniale Docteur di domenica scorsa, ovviamente, l'ha legato all'alluce, costringendolo per un paio d'ore ad un movimento forzatamente innaturale. Ne e' uscito un bel piedone a patata.
Merci mon ami!

Aulin, pazienza e bicicletta.

martedì 17 maggio 2011

Tintinnio di metallo, scricchiolii di ossa

Breve racconto di un bel weekend al fresco su al Nord, lá dove le autostrade sono minacciate dall'avanzare delle foreste: una barbarie senza fine!

Sabato 14 il primo round: un po' a sorpresa, ci iscrivono alla corsa di cross a staffetta. Non possiamo dire di no, ne va dell'Onore della Patria, ultimamente un po' trascurato per non dir di peggio.
La Bella si butta nella mischia con le due colleghe di squadra, F40 e F50: per meriti e per assenza di avversarie, é bronzo. Brave!
Io parto con gli amici Marco (fresco bronzo a squadre nella 10K, il giorno prima) e Gianni: mi prendo il primo giro, un peso non da poco rispetto ai valori messi in campo. Sono solo 4K, e tutti partono a razzo per il largo sentiero tracciato nel bel prato erboso. Fra il tifo scatenato di amici e familiari, penso di tenere lo svizzero che poi mi scappa via: é un niente che poi si allarga a macchia d'olio, il vento mi spinge indietro e soffro fino alla fine chiudendo nono in 13'10". L'allenamento é quello che é, sono molto deluso ma le pacche sulle spalle degli altri azzzurri e dei tecnici Fidal mi rinfrancano.
Gianni parte per i suoi 4K in solitaria, con poche speranze di recupero e molta voglia di risparmiarsi per il giorno dopo: ma Marco ha rimosso la parola risparmio dal vocabolario, tempo 200m ed ha ripreso il primo, e poi é un susseguirsi di sorpassi. Chiudiamo sesti, Marco finisce in 13'09" con un centinaio di metri piú di me e, dopo qualche minuto di suspence, siamo terzi di categoria. Anche quest'anno la stagione é salva. Chiedo scusa e poi via sul podio.

Domenica 15 il round finale, con la mezza di fine stagione, la quinta da inizio anno.
Prima di cambiarmi, incerto sul da farsi, mostro il ditone del piede al medico: "ematoma", "torsione del dito" e poi me lo lega all'alluce e mi piazza sotto un Compeed per aumentare la tenuta. Dice che posso partire e gli credo.
Inizio trotterellando come un leprotto nell'ampio parcheggio di Thionville: il clima é fresco e puó succedere di tutto. Infatti, sará una via crucis.
Al 7.mo mi fermo di botto: sto correndo col piede tutto di traverso, per evitare l'impatto del ditone a terra, ed ogni passo mi rimbomba nella testolina. Mollo il colpo, lascio andare Gianni e  mi fermo.Mi passano in molti, aspetto una canotta amica che finalmente arriva di lí a qualche minuto: é quella della milanese Donatella, che accompagno e proteggo dal vento fino al 14.mo, seconda tappa del giorno (ma lei sara' seconda di categoria, brava!). Un altro minutino ed arriva un gruppetto con 3 canotte azzurre. Mi aggrego, mi faccio sotto, poi mi fermo di nuovo. Due azzurri si erano staccati e mi riprendono, li aggancio per il finale ma sono cotti piú dui me. Il tira e molla finisce al 18.mo, quando decido di portare la croce fino alla fine: il vento é maligno ma sono in gruppo e chiudo in 1.22.56, il peggior tempo dell'anno, nella giornata migliore.
Gianni e Marco sono secondi di categoria, la Bella pure (e ora dovro' chiamarla la Brava?), io zoppico fino all'aereo.

Bello comunque. La divisa merita sempre qualche goccia di sudore.

Ora sentiamo che mi dicono, ma un po' di riposo non me lo leva nessuno.

martedì 10 maggio 2011

Gli omini gialli

Ho spergiurato di correre una domenica si e una no, e sabato ho corso, tenendo fede alla promessa: la domenica é quindi libera e si va al fresco. La meta, un classico alla portata di tutti, forse anche di troppi per il risicato spazio pianeggiante sotto la croce. Ma ci si accontenta: il viandante pastura il minimo indispensabile e poi libera il posto al prossimo arrivato. Tempo medio di permanenza attorno all'oretta: giusto per godere del meraviglioso panorama sul lago.

Il bello della gita é dar voce al verbo andare, non tenere le chiappe a terra e le mandibole in movimento.

Saliamo tranquilli per la direttissima in modalitá bambini, esplorando gli stagnetti alla ricerca di girini e verificando le rispettive conoscenze botaniche, il tutto mentre la salita si fa via via piú irta. Alla forcella, incrociamo altri viandanti che, insospettiti dalla maglia che indosso si fanno sotto con discorsi a noi cari: anche loro runner, anche loro alla corsa di ieri, si dichiarano easy runners e guardano con distacco il peso del dovere che grava sui membri del nostro team. Li capisco.

Poi, la fulminazione. Ne avevo sentito parlare ieri, ma non avevo ancora realizzato a fondo: l'omino giallo che vedo su sassi e cortecce é quello della Sky di fine mese, la tentazione mi sale dentro, dovró chiedere un permesso speciale alla Bella, un'ulteriore esenzione dalle gare in Calendario e probabilmente non mantenere la parola data.
Come si fa a resistere?

In discesa, prendiamo la strada meno ripida ma molto piú lunga: casualmente, segue il percorso dell'omino giallo. Non deve essere facile correre sul ciottolato, ma il tratto nel bosco é da sogno.
Gran finale con piedi a mollo nella larga, fresca fontana di Cusato: il dolore al dito, acutizzato dalla rigida pedula, é come sparito. Santa fontana!

Fine giornata al Parco delle Piramidi: gelato, calcetto, sabbiature e infine giro finale attorno ai giganti d'argilla (altri 2K con buon dislivello regalati alle mie gambette da questi due super bambini).


Maddalena un anno dopo (bis)

Ritorno per la terza volta sul percorso della classica corsa in montagna di inizio stagione, un anno dopo. Pur senza grosse ambizioni, senza allenamenti specifici e in una giornata piú calda dell'anno passato (al solito, si parte alle ore 15), ne esce un tempo di poco migliore e un bel salto in prima pagina, con incluso pacco di pasta, latte, wafer e vino in tetrapack (che mancava alla collezione!):
  1. 2 maggio 2009: 109.mo su 293 (categoria: 21/62), tempo 45.06 (5.46/km)
  2. 8 maggio 2010: 75.mo su 356 (categoria: 21/78), tempo 40.48 (5.13/km)
  3. 7 maggio 2011: 41.mo su 314 (categoria: 12/53), tempo 40.32

Quest'anno parto piú deciso, anche se davanti vanno come se non ci fosse il muro ad attenderci: all'attacco del monte prendo un bel passo poi mi imbambolo, come sempre. "Accorcia il passo" dovrebbe essere lo slogan del giorno, ma non mi viene. Inutile, se non ce l'hai non ce l'hai.
Qualcuno mi passa mentre sudo lungo i tornanti e medito di fermarmi, al quinto arriva pure Gianni, che credevo mi fosse giá davanti: "accorcia il passo" ripete anche lui, "vai pure avanti" rispondo io.

Nel tratto finale della lunga rampa ecco un bel baffone over 55, bella corsa da montanaro, e gli tengo il passo, rivitalizzato dall'idea che "tra poco spiana", come tutti vanno ripetendo.
E poi, spiana davvero: pare che solo le mie gambe riescano ad aprire la falcata, cosí ne passo ben 5 nei 1500 metri finali. Chiudo con sorpasso e con una bella curva ("tecnica", direbbe lui) impostata a passo corto e veloce. Finale alla grande per una volta.


Poco altro da dire: bel clima di squadra, bella discesa a piedi in compagnia della Bella e dell'amico Micio, e domani si sguinzagliano i bimbi sui monti. Ne riparleremo.

martedì 3 maggio 2011

Beata incoscienza

La premiata ditta D&G si presenta con troppo ottimismo alla Mezza di Rodengo, valida per il campionato provinciale individuale bla bla bla ma soprattutto descritta dai piú come "piatta" e "veloce". Ci scappa il PB, penso io; ci scappa la maglia di campione, pensa lui.

In effetti, all'inizio si scappa via veloci: la concorrenza é ridotta all'osso, grazie ad altre gare concomitanti, e fino ai 3K lo seguo come un'ombra, i primi 5 avanti di poco e sempre in bella vista. In un clima cameratesco, da dietro arriva la cavalleria pesante: "stiamo rallentando ragazzi!" e il ritmo sale. Sale anche il terzo cavalcavia del primo giro (ma non dovevano essere solo 2?), e G si gioca il jolly cercando di non perdere il treno, ma i 2 che ci hanno appena passato sghignazzando strappano di continuo: al settimo lo vedo avanti di un 200m, solo come lo sará per i restanti 14K.
Io seguo il mio trenino, cosciente del fatto che una corsa simile ogni due settimane é troppo per me: il giorno prima zappettavo felice nell'orto e riempivo di corteccia le aiole del giardino, non ho il fisico per queste strapazzate: Beati i giovani!

Al secondo giro tengo fino ai 14-15, poi sento il ginocchio indurirsi, l'avampiede picchiettare pesante contro l'asfalto, quindi passo il resto del tempo a spiare nel deserto dietro di me e puntare all'arrivo, con il traffico che si sta intensificando sulla strada e continui sú e giú dai marciapiedi.

Tredicesimo in 1.19.34 (manuale) non fa schifo, terzo di categoria vuol dire un bel pacco di prodotti COOP, nessun problema di taglia stavolta. E, grazie al clima meno agguerrito del solito, me ne torno a casa beato e sereno. Nonostante tutto.

PS: 71m di dislivello e 154bpm di media. Quasi un allenamento, se non fosse per l'attaccatura dell'illice che ne é uscita provata. La prossima la corro con le A3.