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martedì 21 ottobre 2014

Lost in the fog

Mi spiace che non sia pb, cmq 3.45 di media alla tua età è tanta roba!!!

Nebbia sul Torrazzo, il Torrone nel pacco gara, nessuna traccia dell'altra T.
A Cremona per una gita solitaria, senza punti di riferimento in gara, una corsa fra l'inattesa nebbia padana e la terribile afa di questa fine estate senza fine.
Capisco subito che non è giornata, ma chissene: per quest'anno sono decisamente a posto, nonostante l'età. Parto di buona lena nella prima metà, quella più veloce a detta di tutti, ma non scendo sotto i 3.40 pur mulinando le gambette nel nuovo stile "passo svelto, falcata contenuta, piede che non scalcia".
Serve a poco. Dal 12 è un calo continuo, vuoi per l'afa vuoi perché "tanto dove vuoi andare?". Non è che nemmeno gli altri brillino, stamattina, ma mi passano comunque che è un piacere.

Fradicio e grondante detersivo dai pantaloncini, attraverso l'ennesimo gonfiabile nella spettacolare e affollata piazza del Duomo. E se la piantassimo qui?






martedì 7 ottobre 2014

Era tutta in discesa

Anche per la FIDAL sarà sempre una Maratonina B, non è il caso di autocelebrarsi: son capaci tutti, quando il dislivello è tanto favorevole. Quasi tutti, dai.

Conta, come sempre, arrivare in piedi e godersela per quel che si può.
Un pizzico di impegno e di applicazione, un certo auto controllo per non andare fuori giri.
Un paio di lepri a un centinaio di metri, senza ansia di rincorrerle. E lasciale scappare nel finale: vedi sopra al punto uno.

Conosci i tuoi limiti e rispettali. Le priorità son ben altre, e contentati senza troppe menate.

E comunque, i lungofiume a me mi piacciono, e viceversa.

venerdì 3 ottobre 2014

Nelle mani del pazzo

Fermate quel pazzo o qui ci scappa il ...

L'avevo detto io, che martedì era un appuntamento a rischio, e pure insolito giocarsi la pista a due giorni dalle gare. Per i miei soci che gareggiano, sia ben chiaro: per me, un giorno vale l'altro.
Così capita che arrivo in ritardo e perdo la prima volata delle otto, per milleduecento recupero quattrocento. Parto freddo assieme al loro secondo giro, col fiato in gola che non se ne vuole andare giù. Resto in coda, fatico, sudo e al quarto (mio), i due giovanotti prendono il largo e resto con l'altro over 40.
Resistiamo insieme, affiancati in prima, smadonnando entrambi l'impossibile e oltre.
Al termine dei regolamentari, provo a recuperare il primo giro perso, ma da solo non è cosa. Sento il passo lentissimo e c'è buio pesto, ai quattrocento ci penso e ai seicento mi fermo.

Un pazzo, sono.

martedì 16 settembre 2014

Aspetta e spera

Ci sono ancora, almeno all'anagrafe, è che il tempo passa in fretta quando ci si diverte.
E pure quando ne hai poco fra le mani.

Poco da dire alla voce corsa. Qualcosina tra giugno e luglio, incluso l'inaspettato bronzo regionale di categoria, specialità "corsa in montagna lunghe distanze", poi un'infinità di passeggi sui monti. Che fanno bene, comunque e a tutti.

Vediamo se l'autunno porta consiglio. Lo aspettiamo con ansia, anche a costo di uscire spaiati.


venerdì 30 maggio 2014

Tre pennellate, brevi e veloci

Passa tutto così in fretta.

Al Fosso a resentar
Carobbio, Venerdì 16

Buono il primo dei tre giri, nervosi e combattuti; nel secondo rifiato e alla fine del terzo ne passo 3 o 4.
Meglio in discesa che in salita.
Viva il Fosso, comunque.


Per un tozzo di pane
Gussago, Domenica 18

Per rivedersi con Nic, speciale piacere, e cercare di rivendermi al Presidentissimo suo, che vengo via "per un tozzo di pane", ma non ci cascano.
Gara in doveroso controllo: partenza col levriero, poi si aumenta finchè ce n'è.
E con un "dai che lo passiamo" volatona finale a tre, per i punti della squadra.


Fosso trail
Bariano, Venerdì 23

Per la solita sfida coi compagni della pista, e per respirare aria serale di campagna e dribblare moscerini. Imbottigliato dalla partenza, mi infilo rapido tra i concorrenti e raggiungo i miei soci. Mi viene pure in mente di passarli, salvo accorgermi della spia della riserva che lampeggia impazzita, quindi rientro ai box a prendere fiato. Quarto su quattro, ma non c'è storia.
Gran bel cross senza chiodate, che è un bel correre.



Al Nonno Gigio, vicino di casa e amico e gran pittore.
"Dammi la mano, stringila forte, saremo amici fino alla morte". E anche oltre. Ciao vecio!

giovedì 15 maggio 2014

Cambio passo

How the hell did I get here so soon - I don't wanna grow up

E se corressi con quei bei passetti corti e rapidi da Master, invece che ad ampie falcate da ventenne?
Forse farei meno fatica e arriverei sempre fino in fondo.
Forse mi servirebbe un trainer, perlomeno, per adattare il mio stile alla mia nuova età.

Sicuramente, mi piacerei di meno.
Sarebbe ancora correre o semplicemente rincorrere gli altri?

I don't wanna be filled with doubt
I don't wanna be a good boy scout


lunedì 12 maggio 2014

Nessuno in casa

Busso invano a casa della maestra. Suono al citofono del compagno di banco, niente. Nessuno in casa, oggi.

Iniziano a circolare strane voci nel gruppone, riguardo quel podista da barzelletta che, dopo il solito inizio scoppiettante, si ferma a bordo strada e si trascina malinconico fino al traguardo.
Chissà che c'ha, quale male oscuro lo possiede. Che parta forte o che stia al riparo, che la distanza sia più o meno lunga, poco conta: a un certo punto si fa da parte, vede sfilare i compagni di corsa, inclusa la prima donna arrivata, e poi i successivi e altri ancora, senza fine.

Passa pure il cugino A., al rientro dalla stagione scialpinistica, passa tizio e passa caio. Un supplizio, una pena non saper tenere un passo diverso dal molto forte o molto piano, nessun compromesso. Solo un pizzico di orgoglio può riportarlo a casa, prima del risucchio del gruppone.

Certo, i settecento metri aggiunti alle 10 miglia avrebbero comunque impedito l'ora secca, però sette minuti di ritardo sono troppi. I conti non tornano.


Meno male che, al secondo tentativo, la maestra rispose. Almeno lei c'era.


lunedì 28 aprile 2014

Il lago era comunque bellissimo

Tanta acqua, dentro e poi fuori. Increspato dalle onde, incorniciato da scuri nuvoloni, le auto nei garage, le bici altrove. Valeva la pena di prendersela comoda.

Non che non ci abbia provato, neh!
"Ma quando vedi uno della tua squadra davanti a te ti metti sempre ad accelerare?"
"Quanti te ne mancano ancora da prendere?"
Insomma, si andava di buon passo, senza nemmeno la solita crisi del decimo, quando si abbandona l'ultimo abitato e per sette chilometri non c'è anima viva. Bene in apparenza, perché dentro mi tornavo a chiedere chi me lo faceva fare, e non trovavo risposta. Così, fra uno stop e l'altro e due ciacole con qualche spettatore, mi godo il panorama nel tratto più selvaggio, dove torneremo per il bagno serale nei giorni più afosi.

Andata anche questa. In qualche modo.
  • 17 aprile 2011: 24.mo/1044 in1.33.33 (cat. 5/230)
  • 22 aprile 2012: 31.mo/1803 in 1.35.09 (cat. 7/336)
  • 21 aprile 2013: 47.mo/2338 in 1.34.04 (cat. 8/435)
  • 27 aprile 2014: 81.mo/2438 in 1.38.10 (cat. 14/452)

lunedì 14 aprile 2014

Under 79

Credo non capitasse da una ventina di mesi. Bentornato 78.

Quando il post non vien da sé, inutile insistere. Ma giusto ricordare che, alla mezza di Cellatica, non una delle mie preferite ma una delle più spesso corse, siamo tornati sotto i 79.
Sette piccoli secondi che riaccendono qualche fiammella, nonostante una breve pausa fazzoletto dopo le classiche dieci miglia. Non è grave, c'è di peggio.

  • 29 marzo 2009: 67.mo su 278 (MM40: 18/69), in 1h27:12
  • 28 marzo 2010: 26.mo su 359 (MM40: 7/71), in 1h22:09
  • 6 marzo 2011: 30.mo su 389 (MM40: 5/71), in 1h18:50
  • 14 aprile 2013: 50.mo su 550 (MM40: 13/92), in 1.22.56
  • 13 aprile 2014: 32.mo su 625 (SM45: 5/112), in 1.18.53

lunedì 24 marzo 2014

Stramilanesizzato

Sapessi com'è strano, felici di una mezza a Milano.

Bastava partire più lenti, come sosteneva il Commissario Nic. Bastava crederci, quando sono rimasto solo dopo il decimo, ad affrontare i lunghi vialoni controvento. Rallentare il giusto, guardarsi attorno e godersi la corsa senza l'ansia del tempo che passa. E senza subire l'onta dei sorpassi di massa, segno che nemmeno dietro se la stavano spassando.

Non c'è molto altro, oggi è stato un bel giorno. Molto indietro rispetto ai bei giorni, ma comunque degno, finalmente.

E grazie a tutti gli amici incontrati per strada, sempre un piacere far due passi con voi.
Come il Commissario Cassani, un altro che viene dal ciclismo, che mi infila facile in volata all'ingresso dell'Arena.
"Potevi lasciarmela la volata, dai!" scherzo io
"Ah, ma pensavo che la volevi fare", infierisce lui
Scherzi del destino, ci pensa la burocrazia a ridarmi il posto che merito (due, in verità).


La classifica dei primi 100 uomini e delle prime 40 donne sarà stilata con il Official Time ... Tutte le altre classifiche saranno stilate in base al Real Time.

mercoledì 12 marzo 2014

La prima regola

La prima regola del Turista è la Pazienza.

Pazienza se il tempo era un poco freschino, almeno rispetto alle medie romane.
Pazienza se l'Under 80 non è uscito nemmeno ad Ostia, e forse chissà quando.
Pazienza se nel b&b la colazione si faceva al baretto dei cinesi.
Pazienza se ogni tanto qualche ristoratore puntava a fregare il turista.
Pazienza se la Grande Bellezza l'avevamo appena vista di persona.

La sola cosa che conta: io, loro la nonna e i maritozzi.


lunedì 17 febbraio 2014

Ognuno ha i suoi tempi

La mia piccola sta ancora sulla tazza, che è già ora del pulmino. Spicciati faccio io, prima di conoscere la Verità. Che è, ovviamente: "ognuno ha i suoi tempi".

A Verona ci provo, mi sento bene e non mi spiace la ressa dei seimila, e saluto questo e quello e vedo il Meucci e lo Yassine, e un sacco di ciapèt come non se ne vedono spesso da noi tapascioni.

L'amico rivale A. lo vedo solo alla partenza, lui prepara Milano ma sul serio, non ha ancora i lunghi nelle gambe, finge con falsa modestia. Mi darà quattro minuti anche oggi.
Il compagno di squadra S. lo inseguo dalla partenza e lo raggiungo verso il quinto, giusto il tempo di salutarlo ed accorgermi che i suoi tre e trentacinque sono troppo per me. Tre minuti e mezzo all'arrivo.
Il compaesano M., passo e calzature da montanaro, lo sorpasso facile nei primi quattromila, poi capita che al tredici mi stanco e recito la sceneggiata di quello che si ferma ad ammirare il plotone.

Ne passano a decine, mentre scaracchio su un kleenex, poi riprendo piano, giro attorno all'Adige maestoso, mi fermo a gustarmi un gatorade e mi faccio passare anche dai palloncini dell'oraeventi.
Quando mi raggiunge M., una fiammata di orgoglio mi fa rimettere al suo passo non certo irresistibile. Si resta in gruppo, un po' di carattere e un pizzico di vergogna e si attraversa l'Arena in ordine sparso.

Non so che altro dire.


domenica 2 febbraio 2014

Sul fiume corre tranquillo

Un'altra figurina aggiunta. Adda mancava, ed è a pagina uno.

In ritardo e senza molto da dire, non è una novità. Facciamo allora pubblicità, che questa corsa se la merita: la Mezza nel Parco Adda offre panorami degni di nota e una buona organizzazione. Almeno per quel che conta per me, che non bado al pacco gara, al fango lungo il fiume e alle premiazioni risicate ("ma come, soltanto il primo di categoria?"). Conta lo spirito, la generosità, il piacere di condividere, e quello lo si sentiva. Molto Amatoriale, nel suo essere Competitivo: speriamo che i Grandi Numeri non ne stravolgano l'essenza.

Questo per dire che i Fidal boys, che cercano di abbattere il PB ad ogni corsa, possono anche trovarsi un'altra gara. Non è comunque percorso da PB, considerati i saliscendi su e giù dal fiume: cercatevi un bel pezzo d'asfalto liscio e piatto e circondato dal cemento e sfogatevici.

Io ci torno, anche prima della gara: la Bella ha detto che un giorno mi ci porta ancora, e seguiremo l'imponente corso d'acqua con i piccoli al seguito in bici. E mireremo ancora le Prealpi, sperando in un'altra giornata limpida. E pazienza se il vento ci sarà contrario. Fa tutto parte del gioco, e a noi ci piace giocare.


Il primo che scrive blogger o runner in un commento verrà pubblicamente maltrattato.

mercoledì 22 gennaio 2014

A fare i fanghi

Quarto al Monga, su ottanta temerari. Non per la gloria, non per il denaro. Per un giro di can-can con Nic.

Fonte: podisti.net
Mica ci si va per correre, ad un cross nel campo fangoso e decisamente, volutamente inagibile: di correre non se
ne parla, è un altro movimento quello che cerchiamo di interpretare. Bravi e beati i tre che ce l'hanno fatta, un giorno vorrei carpire i loro segreti, anche solo per curiosità (ma forse il database della FIDAL dice già tutto: ne hanno più di me, punto e stop).

Correre, si diceva. Per come la vedo io, correre è un'altra cosa, più agile e  gioiosa. Qui ci sono solo spruzzi di sostanze varie ed equilibri instabili. Inversioni a U con ripartenze da fermo. Scarpe che affondano e speri risalgano assieme ai calzini. Amici che sbraitano dal bordo del campo. E, davanti ma specialmente dietro, gente che ci prova, comunque. Qua e là qualche sorriso, nessuno è venuto per dovere. Ce la facciamo piacere, anche se è un'altra cosa, ugualmente gioiosa ma diversa.

La mia cosa raggiunge l'apice al secondo rettilineo: quando raggiungo il 987 e mi metto in posa per il grande Arturo, un paio di scatti che paiono concordati, in perfetto sincrono nemmeno l'avessimo provato prima. Poi, ci sono altri sei chilometri di fango, ma stavolta ve li risparmio.

Intanto, dalla lontana Svizzera mi scrivono e mi tentano.
"http://www.momot.it/ Socio, andiamo a prenderci la rivincita?"


sabato 18 gennaio 2014

La gatta non si muove

Piove, pioveva, pioverà. La gatta aspetterà sul divano il mio ritorno.

Tempo da battere, ventiquattro e trentotto, sempre che il percorso, pantani permettendo, sia quello dello scorso anno.
Ottava posizione, per quel che conta.
Il 978 da sostenere, nella sua flemma del momento.
Una fetta di paciarella e via a casa, a rimuovere i danni della macchina del fango.

Un minimo di planning fa sempre bene, almeno al morale.