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mercoledì 22 gennaio 2014

A fare i fanghi

Quarto al Monga, su ottanta temerari. Non per la gloria, non per il denaro. Per un giro di can-can con Nic.

Fonte: podisti.net
Mica ci si va per correre, ad un cross nel campo fangoso e decisamente, volutamente inagibile: di correre non se
ne parla, è un altro movimento quello che cerchiamo di interpretare. Bravi e beati i tre che ce l'hanno fatta, un giorno vorrei carpire i loro segreti, anche solo per curiosità (ma forse il database della FIDAL dice già tutto: ne hanno più di me, punto e stop).

Correre, si diceva. Per come la vedo io, correre è un'altra cosa, più agile e  gioiosa. Qui ci sono solo spruzzi di sostanze varie ed equilibri instabili. Inversioni a U con ripartenze da fermo. Scarpe che affondano e speri risalgano assieme ai calzini. Amici che sbraitano dal bordo del campo. E, davanti ma specialmente dietro, gente che ci prova, comunque. Qua e là qualche sorriso, nessuno è venuto per dovere. Ce la facciamo piacere, anche se è un'altra cosa, ugualmente gioiosa ma diversa.

La mia cosa raggiunge l'apice al secondo rettilineo: quando raggiungo il 987 e mi metto in posa per il grande Arturo, un paio di scatti che paiono concordati, in perfetto sincrono nemmeno l'avessimo provato prima. Poi, ci sono altri sei chilometri di fango, ma stavolta ve li risparmio.

Intanto, dalla lontana Svizzera mi scrivono e mi tentano.
"http://www.momot.it/ Socio, andiamo a prenderci la rivincita?"


sabato 18 gennaio 2014

La gatta non si muove

Piove, pioveva, pioverà. La gatta aspetterà sul divano il mio ritorno.

Tempo da battere, ventiquattro e trentotto, sempre che il percorso, pantani permettendo, sia quello dello scorso anno.
Ottava posizione, per quel che conta.
Il 978 da sostenere, nella sua flemma del momento.
Una fetta di paciarella e via a casa, a rimuovere i danni della macchina del fango.

Un minimo di planning fa sempre bene, almeno al morale.