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venerdì 31 dicembre 2010

In silenzio

Con due dita sposto la grande anta vetrata scorrevole e l'armadio rivela lentamente il suo interno: nel buio della stanza, al secondo tentativo intercetto le grosse, bianche Kalenji, che la mattina è fresca ed è meglio stare sul rinforzato. Con altrettanta destrezza richiudo l'anta e faccio scorrere quella di mezzo, sperando che la Bella prosegua nel suo sonno profondo: indosso solo canotta termica e calzini, non vorrei si facesse strane idee proprio mentre sto per fare l'Ultima Mezza dell'Anno. Zitto zitto, prelevo dal mio cassetto il resto dell'equipaggiamento e ritorno in soggiorno a completare il rito della vestizione. 
Cinque minuti di simil-stretching, un'occhiata fiduciosa verso il cielo azzurro, un'occhiataccia scettica verso l'asfalto scintillante e via che si parte. In silenzio, si chiude un altro anno: si corre per piacere, e per allontanarsi dai pasticci del mondo. Per quanta strada si faccia, si ripassa sempre dal punto di partenza, giusto in tempo per ripartire.

domenica 19 dicembre 2010

Cross di Gavardo, un anno dopo

Mi rode troppo quando parto per rifare una corsa e poi scopro che hanno cambiato il percorso: per quelli come me che non hanno che da correre contro sé stessi, una vera fregatura.

Come lo scorso anno, la neve copre lo strato erboso, ma almeno quest'anno non hanno portato le pecore al pascolo nella settimana precedente: oggi ci sono solo le zolle gelate da evitare con (moolta) cura, niente souvenir.
Rispetto allo scorso anno (come risulta dalla traccia GPS rubata all'amico di Sulzano), un allungamento di quasi 700 m che giustificano i miei 2 minuti e oltre in più. Il dislivello, che a occhio sembrava molto superiore per via della terza salitina introdotta quest'anno, risulta invece quasi invariato, sui 110 m. Una bella faticaccia, comunque, e un continuo rischio per le mie cavigliette.
  • 13 dicembre 2009: 5.6K in 22.03, 40.mo/100 (8/35 di categoria)
  • 19 dicembre 2010: 6.2K in 24.22, 25.mo/102 (6/43 di categoria)
Freddo, tanto, per una volta sfidato in maniche corte (uno dei pochi, oggi).

Nient'altro da dire, non sono io l'uomo dei cross.

Dimenticavo le foto.

venerdì 17 dicembre 2010

Holiday on ice

Questa settimana si riprende a macinare, piano piano, poco per volta, e intanto fiocca. Esco entusiasta col completo da fondista, e alla terza curva rischio il patatrac sul ghiaccio nascosto dalla neve. Riparto in modalitá adelante con juicio, cercando di correre su strade poco battute e restando nei tratti dove la neve é immacolata: in mezzo alla carreggiata, insomma, ma tanto non passa nessuno. Goduria e creek creek

2K tranquilli e poi un giro lungo da 4K attorno alla Marisa: l'idea iniziale era di farne due corti da 3K, ma mi pare un tantino spericolato. E corro beato nel silenzio dei campi.

PS: come compito di Natale mi studio questo video e dico basta ai rimbalzi e agli inutili sprechi di energia. Forse.

sabato 11 dicembre 2010

In fiamme

Sul finire della seconda settimana, torna a bruciarmi dentro il sacro fuoco. Brucio anche per la canfora spalmata sulle gambette di sedano, chè alle 8 di mattina il sole ha fatto capolino ma ce ne vuole per togliere il freddo di mezzo. E brucia pure il capannone in fondo alla strada: una colonna di fumo nero che sale a turbare il cielo azzurro e poi si diffonde nell'aria, in attesa che arrivino i mezzi sirenanti.

Ho compagnia stamattina: al pranzo sociale mi sono accordato per fare qualche seduta con un paio di compagni, pare che sono gettonatissimo! L'amico Micio aspetta al cimitero, arrivo un tantino in ritardo ma ho la scusa dei pompieri bella pronta. Di qui si parte per la salita al monte, col polpaccio che finalmente fa giudizio e le gambe che stanno per tornare. Via fra i castagni, lungo sentieri prima segnati dal  trattore e poi sempre più stretti e ripidi, fino alla Scala Santa, che lui inizia salterellando e io gli vado dietro strisciando la lingua per terra, poi ci si arrende e si conclude mani sulle cosce. Per non dire dei 100 metri finali fuori dal bosco, in linea retta e quasi verticali: Micio arriva alla croce pochi secondi prima di me, che mi metto a correre solo nel tratto finale, ma non si fa competizione in famiglia (non quando arrivo secondo, almeno).

Caspiterina, come si sta bene al sole! (ovviamente, alla prima campestre il tempo volgerà al brutto)

mercoledì 8 dicembre 2010

Letargia e pianificazione

Dopo la botta fiorentina, un solo tentativo -ridicolo- di corsa il giovedì, 2K e rotti e poi a casa col polpaccio che si lamenta. Il timore del dolore si aggiunge alla delusione della gara e resto fermo fino a ieri, a parte un'uscita di mezzora in piscina di sabato, ma l'acqua non è il mio elemento.
Ieri esco dal letargo e inizio la seconda settimana del post-M, dove cercherò di seguire le indicazioni del dottore.
Dovrete quindi correre dai 40 ai 50’ ad andatura lenta. L’importante sarà però dare molto spazio agli allunghi.
Il polpazzo duole ancora, ma è stato buono per metà percorso e il dolore si è affievolito nel giro di un paio d'ore: ad ogni modo ho deciso che anche Lui viene con me, non li sopporto quelli che all'ultimo si tirano indietro. Si va insieme.

Bozza di obiettivi 2011:

giovedì 2 dicembre 2010

Struzzi

Ne sono sicuro, dietro il "ma come mai?" con cui S. ha avviato la chiacchierata al telefono, si nascondeva, nemmeno troppo bene, la parola fallimento. Cazzarola!

Vale forse la pena di spiegare che faceva davvero davvero freddo, anche per un montagnino come me? 
Che da quando sono salito sul colle alle 8 fino a ben dopo che mi sono cambiato, non sono mai riuscito a sentire in vita le dita dei piedi? 
Che il vento dei lunghi viali era sempre contro e che sferzava il mio morale ben piú che la mia sottile figura, incurvata e concentrata sulla verde linea della corsa?
Che il polpaccio ha iniziato a punzecchiarmi alla mezza e poi ho perso di vista il mio gruppetto e infine la testa é andata per conto suo?

Non credo, vedo la gente che mi passa a velocitá doppia nel finale del video, e io non reagisco e forse nemmeno li ho visti. Esco a correrci sopra, dopo l'impacco di argilla.

Se poi scivolo sul ghiaccio, l'anno prossimo mi do alle bocce. Dicono siano rilassanti.