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lunedì 26 settembre 2011

Polentone

A Bergamo per pagare un debito di riconoscenza: qui nacqui, in un tempo lontano dove nascere pareva un'impresa che meritasse una visita in città; qui studiai, nei difficili anni da teen-ager (DNA da pendolare).
La Bella ci lavora, è stato facile convincerla a compiere il passo.

Arriviamo che la città dorme, gli atleti non sembrano numerosi nè agguerriti, si compiono in santa pace i riti propiziatori: nessuna coda al WC. Ci si guarda in giro in cerca di facce note, ma pare di stare in terra straniera. Le gambe non girano, capisco subito che sarà una faticaccia.

Sparano e si parte, i primi 5 in leggera discesa: esagero col passo, alla ricerca di qualche riferimento che non trovo, saranno i miei 5 migliori. Poi si inizia a risalire, piano piano ma costantemente. Gli alpini sul percorso non si preoccupano di dare indicazioni: al sesto mi vengono incontro i primi del gruppo, neri di rabbia. Si torna indietro, gruppone compatto, e si incrociano, per un km circa, i polentoni che stanno dietro. Incrocio un compagno di studi, Ale e poi la Bella, un piacevole diversivo.

Approfittando della strada risparmiata, resto al traino di uno di quei fuori di testa: sta pensando di fermarsi ad aspettare la morosa, ma capisco al volo che fra i due sono io quello cotto. E bollito: verso il 14.mo, al secondo errore di segnalazione del percorso, il gruppo si ricompatta e io calo le brache. Testa altrove, gambe non pervenute, penso solo ad arrivare in qualche modo. Prima del 15.mo mi passa Tyar a doppia velocità: è la seconda volta che lo dirottano, gli 800€ del premio se li merita tutti.

Si finisce con un bello strappetto, poi si scende fino in piazza, ma oramai è tempo di sorpassi subiti. A 2 dalla fine, le urla per me strazianti del tizio che segue in bici la prima donna: le resisto fino alla fine, questione d'onore. E, dribblando le Miss che le reggono lo striscione d'arrivo, ripago il debito e, senza alcun rancore (*), mi attacco alla transenna a sgocciolare e godermi il resto della gara.

Risultato: 1.21.07, 34.mo/600 (cat. 7/86)

(*) per la cattiva segnalazione del percorso, per le auto lungo la strada nonostante il divieto, per le docce lontane e mal segnalate, per lo scarso pubblico sul percorso, etc etc. Nessun rancore.

lunedì 19 settembre 2011

Fantasmi sul Lago


Finisce l'Estate e, dopo una nottata che Zeus passa giocando a bowling sul tetto di casa, io e la Bella ci dirigiamo sul Lago sperando che l'acqua risparmi il nostro ritorno alla Non Competitiva. Inutile non farsi assalire dai ricordi e, in questo percorso fra castelli e torrioni, qualche fantasma ritorna a farsi vivo.

Nel primo castello, splendidamente attorniato dai canneti del Cherio, il matrimonio della cugina B: sfarzoso senza essere volgare, lei bellissima, io annoiato. Si sono lasciati da anni, precursori di questi tempi frettolosi.

Il percorso è bellissimo, peccato siamo partiti tardi: incontriamo qualcuno che già torna indietro dal primo giro attorno a Monasterolo, io e Bella ce la prendiamo comoda.

Decidiamo di correre insieme fino al bivio che separerà il percorso lungo (23) da quello medio (14): le ragioni del cuore ci tengono uniti in questo piccolo borgo dove 11 anni fa ci siamo chiusi reciprocamente in gabbia. Sadici.


I ristori sono ben posizionati e riforniti: siamo ben lontani dal migliaio di partecipanti preventivati, ma chi c'è se la gode davvero.
Non lontano dal municipio dove avvenne il fattaccio, l'ex casa dell'allora Sindaco, un amico d'infanzia gentilmente prestatosi al gioco. Separato anche lui, per non parlare dell'allora segretario comunale che certificò l'atto: per lui, una prece.

Il cielo è sempre scuro mentre si rientra a Casazza, e questo non fa che aumentare il fascino del percorso. Dopo il secondo ristoro, saluto e bacio: ingrano la marcia, stacco il freno a mano e mi butto verso la salita a Gaverina. Non conosco la strada, una stretta fascia di cemento che, in pochi ripidi tornanti mi porta al ristoro del 12.mo senza avere incontrato anima viva.

Da lì si procede spesso su sterrati, col cielo sempre più plumbeo: un frontalino farebbe comodo, per illuminare i tratti nel bosco. Procedo gagliardo lungo i tratti in discesa, ma la salita è sempre dietro l'angolo.
Al 15.mo, la ciliegina: un bel tratto di salita al 20% prima di reimmettersi nel bosco. Senza pietà!

Finalmente incontro una coppia di corridori, poi altri 3, mentre mi avvicino al castello di Bianzano. Altro ristoro, un bicchierino per non offendere nessuno, poi due foto al castello, dove quella notte scattammo quattro foto di nascosto, lontano dallo sguardo avido dei custodi. Prosit!

Infine, dopo altri kilometri lungo ripidi e scivolosi sterrati, arriva l'amato asfalto, e me lo godo trovando il cambio di passo fino al gonfiabile dell'arrivo. Dopo la doccia e il ritiro del gustoso pacco gara, l'acqua scende a secchiate, deliziosamente puntuale.



Stagione di pre-campionato e il piccolo Platini, tocco delicato e modi da damerino, continuamente cincischiando con il bordo della maglietta, esordisce con la nuova squadra: una delizia intuirne le gesta, una sofferenza vederlo correre senza cambio di passo. Somiglia a qualcuno, il tipico campione da giardino.

domenica 11 settembre 2011

Incontro all'acqua

Una maratona fuori casa non é cosa da tutti i giorni: messa da parte l'idea di prendervi parte, anche nella versione a staffetta, programmo una ricognizione mattutina seguita da una mattinata di tifo e fotografie.

La ricognizione dá finalmente delle buone senzazioni: 18k a 4.10 era un pezzo che non me li permettevo. Speriamo che duri, che le endorfine si sviluppino per bene. Il mio percorso incontra quello della maratona dal km 33 fino al 27: la prendo al contrario e soffro per il calvario di saliscendi che dovranno affrontare i miei amici. Sono le 7.30 e il sole mi sta giá dando addosso in maniera fastidiosa, non immagino cosa succederá fra qualche ora.

Poche ore dopo, torniamo in bc sul luogo dell'evento, sempre in senso contrario. Dopo 2 ore nessuno si é ancora fatto vivo al km 33, quindi ci avviciniamo piano piano finché non incrociamo il primo, uno staffettista, poco dopo il 30. Seguono, lentamente e in un grondare di sudore, tutti gli altri che corrono. Perché, di lí a poco, saranno in pochi a permettersi di correre ancora ...
Mi avvicino al ristoro del 30.mo, ed é tutto un camminare, uno strascicarsi di atleti distrutti dal caldo della giornata: la scelta della data non é stata delle migliori, cosí come l'idea di partire alle 9.30 (concomitanza con corsa ciclistica, dicono gli omini in arancione). Tutti eroici, per ognuno un applauso e una parola di conforto: quando mi veniva, perché, dopo il "Forza, dai!", spesso mi veniva da pensare "Questo non ce la fa ...".


In una bella giornata di sport e fatica, di bc e gente incuriosita e paziente, il premio S. del Secolo va al tizio che, borbottando, sfida i controlli per rientrare a casa col suv, dove lo sento rivolgere parole d'amore per i ciclisti ("tossici") e i corridori ("rincogl.") che ne ostacolavano passaggio. Dopo essermi preso della "testa di c." per aver cercato di difendere i miei diritti, capisco che non é aria e lascio che si sfoghi con i familiari: beati loro che se lo godono tutti i giorni.

mercoledì 7 settembre 2011

Specialista nel salto

Maggio saltato per ditocondria. Idem il resto dell'estate, salvo qualche rara eccezione.
Stasera salto il 3K in pista (obiettivo under 10 rimandato).
Poi salterò ancora, ché le fidal provinciali non sono adatte a stimolare la coltivazione delle endorfine.
In pratica, sono sul mercato: mangio poco, non sporco, ma ho le mie cose. Molto spesso.

Intanto, l'holter disvela i segreti del cuore: max 88, min 35, media 53. Lui non salta.