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lunedì 25 febbraio 2013

Bocciatura ai Regionali

E, dopo Busto, eccoci a Treviglio, nota località delle basse Orobie che usa accogliermi a fioccate di neve in faccia. Belli grassi e agitati dal vento.


Anche qui ci sono in palio i titoli Regionali sulla distanza, e al solito ci capito per caso, che mi si creda o no. Una bella truppa di pazzoidi sfida il maltempo, entrambi come da previsione. 
La fioccata inizia da subito ma l'asfalto è solamente bagnato, quella pellicola d'acqua gelata che le suole raccolgono passo dopo passo e man mano riversano sulle cosce e sui ciapèt. L'ideale, insomma, per mantenere la falcata distesa ed elastica.

Per farla breve, un freddo maiale, e la barba non serve a molto, se non a tener lontane le ammiratrici.
Seguo da subito il gruppetto dei Runners BG, all'ottavo mi pare che si rallenti troppo e, invece di starmene al calduccio, mi metto ad inseguire le ombre che ci prededono. Ne prendo una, poi la seconda, poi il gelo mi fa mettere da parte ogni pensiero positivo: freddo, impegno e fatica aumentano, ma il ritmo cala. Inutile strapazzarsi se non puoi almeno avvicinare te stesso, l'importante a 'sto punto è solo arrivare e godersi la tormenta.
Mi fermo una volta, poi una seconda e una terza. Mi scaldo le braccia, faccio lo scemo con i volontari, osservo la marmaglia passarmi avanti con merito. I guanti sono fradici e le mani gelate: rimuovo le dita e le chiudo a pugno, con i guanti che ballano la rumba ad ogni balzo. Che spettacolo indecoroso.

La prima è andata, e peccato per quel chilometro lanciato corso sotto i 200", appena due giorni prima. Sono lampi di luce, poi si torna alla realtà. Che, da quanto si capisce, è la solita zuppa indigesta. Si torna a correre, ce ne sarà bisogno.

venerdì 15 febbraio 2013

La fabbrica del pane

Inseguendo Aureliano, la fabbrica del pane mi appare attorniata dal ghiaccio. Toh, che sorpresa!

Giorni strani per correre, e forse sarebbe anche saggio restarsene davanti al caminetto a far nuvolette con la pipa. Invece si esce, la primavera avanza e Zefiro rimenerà, una volta ancora, qualche appuntamento podistico dei suoi.

Una salita sul monte, a lasciar le prime tracce sull'invitante neve fresca: solo nel tratto finale, ça va sans dire, che tutto il dedalo di sentierini sottostanti è già martoriato dai segni delle 4x4, brutto vizio locale.

Un'uscita in PP (Pausa Pranzo) lungo il Villoresi, e si sperava in condizioni di terreno migliori. Nei tratti buoni la ciclabile è un single-track circondato da neve, sperando di non incrociare nessuno. Nei tratti peggiori neve pressata, parzialmente disciolta e poi ricongelata. Un po' pericolosa, mi prendo i miei rischi e il medio finisce bene.
www.panem.it
Giusto a metà strada, al termine di una via presa per disperazione alla ricerca di asfalto, mi appare lei, e chi se lo aspettava mai? In questo stivale malato, c'è ancora chi produce, e il sito è tutto un 404, segno che qui si bada al sodo, mica chiacchiere da "blog come distorta forma di condivisione e socializzazione e sulla sua decadenza ormai evidente" (cito qui, penultimo link del giorno).

Una serata al PN (Parco Nord), col buio che avanza man mano che inanello giri ad otto. L'ultimo lo corro attorno, invece che dentro, alla ricerca di luce e incrociando i giovani marciatori locali. Freddo e fame, poi si rientra e c'è pure il tempo per festeggiare le solite, monotone pagelle.

Comunque, da quando abbiamo ritirato la MDP (Macchina Del Pane, per i pochi che NON leggono i socializzantemente distorti blog di cucina), un tozzo di pane non lo si nega a nessuno. Il consumo casalingo è cresciuto da quasi zero a quasi due-tre pagnotte a settimana. Non sarà una michetta, ma c'ha comunque il suo gusto.



lunedì 11 febbraio 2013

Smascherato

La stagione del cross è finalmente conclusa. Anzi no.

Non tragga in inganno i buongustai, la Badia che sta alla periferia di Brescia ha ben poco a che fare con La Gran Ega, sia chiaro. Un bel centro sportivo, un parchetto, un boschetto e un vignetino buoni per il Nordic Walking. Una boccata d'aria per quelli di città e poco altro.

Ne viene fuori, atleticamente parlando, un bel percorso da cross, con tutti gli elementi del caso: erba, salita, discesa, tracce di trattore, passaggi stretti nel bosco, un tronco da scavalcare, una discesa ripida conclusa con una curva a 90 e contro il passamano ferrato, un laghetto ghiacciato, un paio di inversioni a U e un'altra curva a 90 giusto prima del traguardo.
Terreno prima assai indurito dal ghiaccio, poi che via via si scioglie sotto i raggi del timido sole, senza però sconfinare nella seconda combinazione di gusti preferita dai veri crossisti, il pozza e melma.

Poco da dire, non ne avevo molta voglia ieri, ne ho poca oggi. Non era mica una corsetta facile come il Monga, del resto: se non parti convinto finisce che ti imbottigli e paghi pegno. E ti passano tutti, e ti strappano di dosso il vestitino da top-coso che qualcuno ti aveva ingenuamente regalato. E, se non rientra nei tuoi obiettivi di allenamento, finisce che è soltanto un altro allenamento.
Si, ma tre ore di attesa per mezzoretta neanche di corsa sono un po' dure da digerire. Non è il mio pane.

Secondo Cross del Parco delle Colline di Brescia:
27.mo/151 (cat.: 12/69) in 25.06


venerdì 1 febbraio 2013

Tutte chiacchiere

Ogni tanto, qualche obiettivo all'orizzonte sarebbe di stimolo.

La giornata bigia, umida e così pienamente padana era veramente perfetta per qualche ripetuta o per dei lavori veloci sulla ciclabile, come no.
E invece mi chiamano da scuola che lui non si sente bene e c'è da riportarlo a casa. Ma tanto male non sta, neanche lui. Brividi dice, ma tremare non trema. Mal di testa, e qui gioca sporco. Febbre non parliamone, sottozero.

Poca voglia, tutto qua.
Ma prima o poi anche l'inversione termica finisce. E basta con questi bei giorni di sole in montagna. Non è giusto.