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mercoledì 10 agosto 2011

Patapumfete

Non ricordo cosa ho sognato, ma in quei due minuti ho veramente dormito di gusto.

Quando ho aperto gli occhi, volti curiosi davanti a me, un sacco di domande e un tipo mai visto prima che mi tiene i piedi sollevati. Gli occhiali caduti distanti, chissá come. Troppa grazia, lasciatemi andare! Ma il tizio gentile in divisa blu, begli stemmini rossocrociati (un team concorrente? l'ho giá vista in altre corse ...), insiste e mi fa fare un giretto, con ingresso da prima classe, fra altri tizi gentili in camice verde: pressione bassa, battito scarso, ecg nella norma, una flebo di merenda e infine il meritato codice verde.

Mentre pasteggio a spese della comunitá, ripenso alle parole dell'ortopedico, un coetaneo che sostiene che il nostro timore per aghi e punture sia generazionale, tipico di chi ha vissuto gli anni della penicilina e di certi antisettici, tanto spesso usati quanto irritanti. Dopo l'infiltrazione -é dolorosa, ti avverto- si congratula per il mio coraggio -hai resistito bene. Stavo giá sudando freddo: cento metri dopo, la mia corsa finisce contro il vetro della porta girevole.

Proprio vero, in certi posti si entra ma non si sa mai quando se ne esce.

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