Non ricordo come hanno fatto ad incastrarci, ma ci sono riusciti anche stavolta, quindi ci tocca affrontare la trasferta nel pordenonese per i Campionati Italiani di Corsa in Montagna (o, più brevemente, gli Italiani di Montagna).
A Piancavallo fa fresco, tuttavia il posto mi pare ancorato alla fine degli anni 60, e l'arredo degli alberghi dove alloggia la truppa, arrivata sull'altopiano dopo 5 ore di pulman, lo conferma in pieno: il tutto mi ricorda quei polverosi reportage che leggevo da piccolo, sulle gare dei Trofeo Topolino di sci.
Dopo una lauta cena con il tipico menù dell'atleta (pasta in bianco e formaggio da banco del super per me, lasagne e polenta con spezzatino per i normali), un giretto al fresco e poi tutti a nanna.
Il giorno dopo ci aspetta l'inimmaginabile: un bellissimo percorso fra prati e boschi, tutto su erba o sterrato, con dislivello contenuto ma pendenze esagerate, sia in salita (lungo gli impianti) che in discesa (lungo la pista). Considerando i quasi 13K dichiarati, c'è di che preoccuparsi.
La Bella completa a fatica i suoi due giri: arriva sudata che è un piacere, chè il sole picchia sulla pelle dei corridori, e i tratti coperti dal fitto fogliame dei faggi servono giusto ad evitare il collasso.
La nostra serie è molto partecipata: vedo in giro alcuni tizi con improponibili calze modello bancario, forse li hanno arruolati all'ultimo minuto. Capita.
Allo sparo finisco subito nel collo della bottiglia: alla fine del rettilineo di lancio vedo che i primi sono già avanti di quasi duecento metri. I sorpassi sono difficili, il sentiero è largo giusto un trattore e completamente intasato. Me la prendo comoda e inizio a cercare il passo non appena parte l'ascesa, ma non ricordo quale è il passo giusto, è troppo che sto lontano da questi percorsi!
In breve: un primo giro tranquillo a 4,34/km; nel secondo, con la strada libera inizio a vedere le gocce cadere dal berretto (4,47 alla fine); all'ultimo getto la spugna e chiudo la salita più ripida camminando (4,58). Ad ogni modo sono il quarto di categoria per la squadra, i miei punti non contano ed ho la coscienza a posto!
Chiudo 22.mo di categoria, poteva andare peggio, 50 li ho lasciati indietro (i famosi bancari, immagino).
La squadra invece deve mollare il titolo, dopo 3 anni consecutivi: tra me e me ne sono ben lieto, chi vince troppo diventa odioso e questo è quanto sento nei nostri riguardi. Evviva i vincitori e benvenuti nel Club!
PS: lo scrivo a bassa voce, non vorrei che Lei sentisse. Pare che, dopo due giorni di trattamento con l'argilla (i consigli della mamma) il problema del dito stia rientrando. Pare. Fine del tag ipocondriaco. Non vedo l'ora di ricominciare a modino: il 20 in pista per i 1500.
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