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giovedì 9 settembre 2010

Animali vaganti

Volevo titolarlo, con poca fantasia, La solitudine dei numeri uno, dedicandola con pensierosa ammirazione ai mostruosi mezzofondisti dell'Atletica Lonato e al loro diverso modo di condurre vittoriosamente in porto le corsette in pista che, correndo con noi improvvisati master di provincia, sono destinati a dominare: il più anziano dei due non si cura degli avversari e tiene il suo ritmo per tutta la corsa, finendo con un distacco abissale dal secondo, mentre l'altro, l'MM40 che ritrovo nella mia stessa serie, resta in compagnia degli "avversari" che abbandona solo all'ultimo giro. Cosa fareste al loro posto?

Stamattina, l'illuminazione: mentre guido e sbircio quell'acquerello che è il cielo terso che sovrasta l'A4, il display segnala "animali vaganti" e mostra un bel cartello con l'immagine di un cervo. E penso, mentre il traffico rallenta in attesa dell'ungulato che nessuno mai vedrà, che bello sarebbe se davvero ci dovessimo fermare per un'invasione di cerbiatti, tutti fuori dai nostri cubicoli di lamiera a rincorrerli e poi via per i verdi prati che, come in un sogno, prendono il posto del cemento. Ma è solo un sogno, BB con la sua Lucille mi sta ipnotizzando e devo ancora smaltire la sbornia di iersera.
Parto veloce per i miei 1500, in mente solo il pensiero di fare polpette del 4.42 di giugno e, soprattutto del 4.41 di Nicola. La testa c'è, prendo un bel treno ma poi l'effetto Badia si fa sentire nelle gambe legnose: "3.10" mi urla qualcuno ai 1000, e capisco che non è serata. Tengo gli ultimi 2 del vagone davanti, riesco anche a seminarli nei 100 finali e chiudo 7.mo in 4.43, con un bel "ma vaffa". Se ne riparla nel 2011. Unica consolazione: dopo una serata di minacciosi lampeggiamenti, la tempesta si scatena solo nel preciso istante in cui appoggiamo il fondoschiena sul sedile: Santo Calvesi, beato subito!

1 commento:

nicolap ha detto...

aaahhhhhhhhhhhhhh

che mito che sono
come Mennea

crollerò ma sarà sudata