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martedì 25 gennaio 2011

Gussago un anno dopo

Così vanno le cose a noi baciati dalla dea bendata: sabato approfitto del generoso contributo dei tesserati e ritiro l'immeritata medaglia Fidal per il mio capolavoro spagnolo, l'occasione per vedere in faccia le giovani leve lombarde, ma neanche poi tanto che il capo ha fretta e rientriamo di corsa con un sol pensiero in testa. Basta chiacchiere, ora voglio correre.

A Gussago c'è ressa: gli altri team hanno suonato la chiamata alle armi, tutti vogliono vincere la classifica a squadre e così finisce che corro in una rumorosa serie da 184:
  • 14 febbraio 2010: 38.mo/151 (cat.: 11/67) in 22:32. Percorso di 5,75 Km (3,54/Km)
  • 23 gennaio 2011: 36.mo/184 (cat.: 13/81) in 19:37. Percorso di 5.27 Km (3,39/Km)

3 minuti in meno dello scorso anno dice il crono, ma il GPS segna anche uno stupefacente -500m, nonostante il percorso sembrasse proprio uguale allo scorso anno. Misteri degli ex-ippodromi.
Ad ogni modo, mi pare di essere andato più veloce dello scorso anno: me l'ha detto anche G., che mi ha seguito come un'ombra dall'inizio alla fine e poi non ha avuto la birra per passarmi. Il fatto è che mentre correvo l'ultimo dei tre giri sono riuscito ad alzare la testa, fino ad allora impegnata ad avvistare gli ostacoli sul terreno ghiacciato, e mi sono accorto che i compagni del trio di Barcellona mi stavano poco davanti: ho accelerato per raggiungerli e tagliare il traguardo con loro, ma non ce l'ho fatta e siamo arrivati in fila quasi indiana. Sarebbe stato commovente!

Percorso gelato, il sole è una bassa, fredda polentina gialla (la poesia bergamasca ...), i concorrenti sono agguerritissimi, il tifo è acceso, vincono come sempre i migliori e questo è tutto. Il vostro commentatore dal campo saluta e rientra nei ranghi.

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