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giovedì 21 ottobre 2010

Le mille vite del Signor D.

Ore 6.38, la radiosveglia blatera: la spengo prima che sia troppo tardi e scatto sull'attenti. Preparo la tavola, m'inizio a vestire, scaldo tè e latte e passo la scrollata che risveglia ai due mocciosetti. Non senza fatica si arriva a sgranocchiare qualcosa e si rientra in bagno alle 7.25. Vestizione, lavaggio denti, capelli, scarpe, merendine, giubbini e si esce in attesa dello Scuolabus. Lui ha dimenticato il giubbino, risalgo. Lei non ha la fascia ai capelli, risalgo. Arriva lo scatolotto giallo e rientro gettando a terra la maschera del Buon Paparino.

In A4, da quando ho parlato con quel menagramo del mio collega E. ("Ah si, ci metti solo 45 minuti? è un buon tempo, non credevo"), il traffico è diventato più sostenuto e meno sostenibile. Jack mi ricorda "Slow down everyone, you're moving too fast", oggi non è il mio caso e inveisco malamente contro gli dei: serve a poco ma che importa. Lo Sponsor della Società Autostrade lascia il palco poco dopo le 9.

Fino alle 13, primo atto del Bravo Ingegnere: meeting a raffica, una mezzoretta con le chiappe sulla mia-sedia-mia, quindi si conclude con un colloquio ad un candidato, piacevole novità. Ma sto pensando ad altro.

Arriva l'ora fatale, mi catapulco nella changing room e vesto i comodi panni dell'Apprendista Maratoneta. Ci ho pensato a lungo, oggi si va di Fartlek cittadino: 1' lento ed 1' veloce. Esco dal cancello, mi concedo ben 4' di riscaldamento e si parte. Sfruttando il rettilineo finale sul Villoresi, ripetuto con ossessione maniacale, arrivo a fare un buon 11K, media 4.06. Rientro senza fiato dribblando sguardi perplessi.

Secondo atto del Bravo Ingegnere, altri meeting, gente che mi cerca per questo e per quello, la sedia rimane fredda. Alle 17.50 i lacci della maschera si allentano, devo rientrare.

Ad occhi chiusi rifaccio il percorso al contrario, il Telepass mi saprà dire se c'ero davvero.

Atto finale del Buon Paparino che prepara cena con le generose donazioni delle nonne (la Bella sta in trasferta, mannaggia al business!), si informa su attività scolastiche e sportive, seda liti sempre in agguato, quindi propone un gustoso dopocena: allenamento di bagher in cameretta. Sudaticci, li stringo belli stretti nei loro lenzuolini. Sembrano felici.

In testa riparte il trenino dell'Apprendista Maratoneta, tabelle programmi consuntivi di fine giornata. Ma poi vince il coscienzioso Bravo Ingegnere: c'è del marciume da smaltire, Terzigno potrebbe non bastare, e si passa la serata in pigiatura di tasti. Ma tornerà la Bella e tutto rientrerà nella norma.

La joie de vivre non manca.

Martedì prendo ferie e scappo sui monti. La foresta richiama.

1 commento:

Unknown ha detto...

Insomma... uno, nessuno, centomila..... l'importante è alimentare sempre la joie de vivre!