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martedì 17 gennaio 2012

Ghiacciaio in fiamme

Uscita doverosa, quasi dovuta direi, per rispettare gli impegni presi con Mara, tra paesaggi tratteggiati di galaverna e aria fredda che finalmente é arrivato l'inverno e ma sará un inverno senza neve.

La tabella, che mi creo di giorno in giorno, oggi dice 3x5K, ma capisco dal primo giro che richiederebbe troppo sforzo mentale. Non essendo in pista, mi devo disegnare il percorso in corsa, evitando di ritrovarmi, alla fine dei giri, troppo lontano da casa. Inoltre, voglio evitare l'effetto pista, ossia il continuare a girare in cerchio lungo le stesse strade e sempre nello stesso verso.
Saggiamente, riduco il tutto ad una piú umana scaletta 5, 3, 2, 1, con 1K finale in omaggio sulla via del rientro.

Sotto la doccia, una parte di me brama acqua bollente, per compensare il gelo patito all'esterno, mentre la parte che, prima di partire, avevo spalmato di Massigen come fosse Nutella, invoca pietá e acqua fredda.

La settimana prossima diamo L'uomo nudo con le mani in tasca e, nella saletta 3D, La fuga del cavallo morto. Ingresso su invito.

sabato 14 gennaio 2012

Il Lungo d'inverno

Si parte più tardi del solito, qualche auto è già in strada, gli autisti che guardano stupiti il tizio in calzamaglia fumare come una stufa a carbone. La strada, appunto, è coperta da una patina di gelo: a seconda del pavimento, bisogna valutare dove si pattina meglio e cercare di passare altrove.
Il paesaggio è addormentato, si risveglierà solo dopo il ventesimo, prima di allora solo magie di gelo e cristallina acqua gelata.

Primi 10 in dislivello negativo, ma non priva di pendenze: e le discese sono scivolose, ci si trattiene.
Altri 10 con un bel tratto piano che costeggia il lago ma ancora non ha visto il sole: fino alla casa del Presidente è solo un brillar di brina e ghiaccio. Poi si cambia sponda e, dopo la diga dove i cigni fanno le ripetute, una bella botta di salita. I 20 finiscono in discesa, sul ponte del fiume a sorseggiare fredda acqua zuccherata e pare di vedere finalmente il sole.
Poi, altri 5 lungo il canale in ombra, ma sulla terra nuda il ghiaccio non ha fatto presa: un assaggio di cross, in leggera discesa, che di questi tempi fanno sempre bene.
Gli ultimi 10 sul classico lungofiume, con un paio di giravolte inventate sul momento giusto per far tornare i conti.
Chiusura con un giro tirato attorno al rione sotto casa. Quasi 35 e 6 minuti in meno rispetto all'ultima (e unica) volta.

Tutto, per la mia Mara.

mercoledì 11 gennaio 2012

Cara Mara ...

Daniele scrive:
Cara Mara,
e se quest'anno ci rivedessimo? Magari a inizio primavera, dopo i narcisi ma prima dei tulipani, quando i raggi del tuo caloroso complice si abbatteranno inesorabili sulla schiera dei pretendenti, scegli tu dove.
Nell'attesa di una Tua cordiale risposta, inizio a farmi bello. Prometto di fare le cose per bene, stavolta: che ne diresti di un'avventura breve ma intensa fino alla fine? L'ultima volta mi avevi ridotto a uno straccetto, sai essere crudele con chi ti si abbandona con passione.
Daniele
amante occasionale
Mara scrive:
Caro Lele,
fa sempre piacere che qualcuno mi desideri tanto, anche se gli appassionati amanti al momento non mi mancano. Anche tu, come tutti, meriti una seconda chance, ma non sprecarti in inutili promesse che poi alla fine ognuno se ne va per la sua strada e chi s'è visto s'è visto. Ti concedo a mia volta l'onore di scegliere il dove.
Mara
tutti mi cercano tutti mi vogliono
Daniele scrive:
Carissima,
Ti ringrazio di cuore, vedrò di non sprecare l'occasione. Due mesi sono pochi ma mi stavo già portando avanti con i preparativi, e poi lo sai che sono frettoloso e non concepisco i piani a lungo termine. Penso comunque di non partire da zero, qualche esperienza con la sorellina minore l'ho pur sempre fatta (non essere gelosa, vi inseguo entrambe con identica passione ma Lei, a differenza di Te, ricambia con insistenza).
PS: se possibile, lasciamo perdere il Lele, che non ho mai sopportato e che tanto il tempo dei grembiulini a scuola è passato per sempre.
Daniele
speriamo bene


Ci siamo ricascati.

venerdì 6 gennaio 2012

Venti e poi venti (e 22)

C'é un maledettissimo vento alla Mezza sul Brembo (MsB, per terra e sui cartelli), come da previsioni: freddo e senza tregua.

Le gambe sono un tantino provate dagli ultimi giorni, sono incerto sul da farsi finché lo sparo della bionda sindachessa (che, per dirla diabolicamente, "non avendo però esperienza da starter per sbaglio si è puntata la pistola sotto il mento prima di sparare") cancella ogni dubbio e parto allegramente.
Ma il terreno é ostile, il vento soffia contro, il panorama non aiuta molto e, per finire, qualche fitta al ventre mi consiglia di starmene tranquillo (e poi di registrare il PB dal taglio del traguardo all'ingresso nel WC). Gara scialba, insomma, si capisce da come uno affronta i cavalcavia, senza reattivitá e con la testa per terra, che non é giornata. Capita. E poi, standone ben lontano, ho potuto meglio ammirare l'elastica corsa del demonio.

Ottimissima l'organizzazione, dai ristori alla logistica fino alla impeccabile segnalazione del tracciato. Peccato che i paesini locali (*) non offrano grandi spunti panoramici (il Brembo sta molto al di sotto del nostro percorso, la denominazione corretta dovrebbe essere Mezza Molto sul Brembo): c'é di buono che, fra i continui zigzag offerti dal percorso, sono scarse le auto che cercano di imbucarsi, mentre la gente non risparmia applausi ed incitazioni. Buon segno.

A proposito di auto, mi scuso con il proprietario del mercedes grigio che, fermatosi davanti a me in un rondó vigilato, subiva un urto non-fortuito con il mio pugno all'altezza del bagagliaio. Me ne rammarico, la prossima volta cercheró di controllarmi (forse, 'sta cosa della lotta di classe inizia a pesare, sai ciccio?).

Dimenticavo: pare che si riprenda con la vecchia tradizione di farsi invitare a ritirare il premio di categoria sul gradino piú basso del podio (grazie al primo che era nei primi 10 e al mio famoso, diciamolo pure, culatello)


(*) La sera prima mi dicevano, quasi a suggerirmi di rinunciare alla corsa a favore di un bellissimo cross del C.P., che era il "paese piú brutto del mondo". Dissento: pur nella mancanza di attrazioni, ha una sua bellezza, con quei vialoni in stile real-socialista, i numerosi spazi verdi, gli ampi parcheggi e tutto quel che serve. Poche villette e zero vista lago, ma concreta. Vivibile é la parola giusta, credo. A parte questo, ovvio.