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sabato 14 gennaio 2012

Il Lungo d'inverno

Si parte più tardi del solito, qualche auto è già in strada, gli autisti che guardano stupiti il tizio in calzamaglia fumare come una stufa a carbone. La strada, appunto, è coperta da una patina di gelo: a seconda del pavimento, bisogna valutare dove si pattina meglio e cercare di passare altrove.
Il paesaggio è addormentato, si risveglierà solo dopo il ventesimo, prima di allora solo magie di gelo e cristallina acqua gelata.

Primi 10 in dislivello negativo, ma non priva di pendenze: e le discese sono scivolose, ci si trattiene.
Altri 10 con un bel tratto piano che costeggia il lago ma ancora non ha visto il sole: fino alla casa del Presidente è solo un brillar di brina e ghiaccio. Poi si cambia sponda e, dopo la diga dove i cigni fanno le ripetute, una bella botta di salita. I 20 finiscono in discesa, sul ponte del fiume a sorseggiare fredda acqua zuccherata e pare di vedere finalmente il sole.
Poi, altri 5 lungo il canale in ombra, ma sulla terra nuda il ghiaccio non ha fatto presa: un assaggio di cross, in leggera discesa, che di questi tempi fanno sempre bene.
Gli ultimi 10 sul classico lungofiume, con un paio di giravolte inventate sul momento giusto per far tornare i conti.
Chiusura con un giro tirato attorno al rione sotto casa. Quasi 35 e 6 minuti in meno rispetto all'ultima (e unica) volta.

Tutto, per la mia Mara.

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