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venerdì 6 gennaio 2012

Venti e poi venti (e 22)

C'é un maledettissimo vento alla Mezza sul Brembo (MsB, per terra e sui cartelli), come da previsioni: freddo e senza tregua.

Le gambe sono un tantino provate dagli ultimi giorni, sono incerto sul da farsi finché lo sparo della bionda sindachessa (che, per dirla diabolicamente, "non avendo però esperienza da starter per sbaglio si è puntata la pistola sotto il mento prima di sparare") cancella ogni dubbio e parto allegramente.
Ma il terreno é ostile, il vento soffia contro, il panorama non aiuta molto e, per finire, qualche fitta al ventre mi consiglia di starmene tranquillo (e poi di registrare il PB dal taglio del traguardo all'ingresso nel WC). Gara scialba, insomma, si capisce da come uno affronta i cavalcavia, senza reattivitá e con la testa per terra, che non é giornata. Capita. E poi, standone ben lontano, ho potuto meglio ammirare l'elastica corsa del demonio.

Ottimissima l'organizzazione, dai ristori alla logistica fino alla impeccabile segnalazione del tracciato. Peccato che i paesini locali (*) non offrano grandi spunti panoramici (il Brembo sta molto al di sotto del nostro percorso, la denominazione corretta dovrebbe essere Mezza Molto sul Brembo): c'é di buono che, fra i continui zigzag offerti dal percorso, sono scarse le auto che cercano di imbucarsi, mentre la gente non risparmia applausi ed incitazioni. Buon segno.

A proposito di auto, mi scuso con il proprietario del mercedes grigio che, fermatosi davanti a me in un rondó vigilato, subiva un urto non-fortuito con il mio pugno all'altezza del bagagliaio. Me ne rammarico, la prossima volta cercheró di controllarmi (forse, 'sta cosa della lotta di classe inizia a pesare, sai ciccio?).

Dimenticavo: pare che si riprenda con la vecchia tradizione di farsi invitare a ritirare il premio di categoria sul gradino piú basso del podio (grazie al primo che era nei primi 10 e al mio famoso, diciamolo pure, culatello)


(*) La sera prima mi dicevano, quasi a suggerirmi di rinunciare alla corsa a favore di un bellissimo cross del C.P., che era il "paese piú brutto del mondo". Dissento: pur nella mancanza di attrazioni, ha una sua bellezza, con quei vialoni in stile real-socialista, i numerosi spazi verdi, gli ampi parcheggi e tutto quel che serve. Poche villette e zero vista lago, ma concreta. Vivibile é la parola giusta, credo. A parte questo, ovvio.

2 commenti:

nicolap ha detto...

troppe mezze stufano
fatti qualche gara da 10, 12
mezz'oretta di A4 in più e arrivavi a San Giorgio su Legnano, comunque, con un sole da pazzi e meno vento.

Daniele ha detto...

un'ultima Mara, por favor!, poi torno a sgomitare contro l'avversario, oppure coltivo i sentieri. chissá.

se, per caso, vengo a Polpenazze, ti seguo a ruota e mi gioco l'onore in volata :)