Amici di lunga data, persi nel tempo, quelli che rivedo mercoledì al bis della NC sul lago della mia gioventù. Compagni di scampagnate, amici dei miei e infine il cugino Ago, che corre per quelli forti e che mi pare sempre un lusso arrivargli ad un soffio, quando va bene. Stavolta mi capita di arrivargli davanti, è l'aria di casa, i parenti a festeggiare lungo il percorso (e mi fermo un mezzo minuto per le foto di rito) e poi arrivo con oltre due primi in meno dell'anno scorso. Non trovo altre parole.
Amici interessati, i colleghi che il giorno dopo accompagno al Parco. Chiedo comprensione, le gambe sono davvero stanche e patteggio un 4.50 al massimo. Invece loro ci provano, vogliono mettermi nel CV tra le vittime di prestigio. Con orgoglio tengo botta, combatto il caldo del mezzodì e infine chiudo il breve divario per riprenderli nel finale ed accompagnarli all'ultima fontanella. Temerari.
Amico di pelo quello che mi accompagna per la seconda visita ad Adrara in due settimane. La barba lui se la coltiva dentro e fuori, mentre io vorrei solo liberarmene: troppo fastidio con questo caldo. Solitamente taciturno, si sfoga con chi ha la pazienza di ascoltare. Da ex campione si gode i fasti del passato: se volesse darebbe la paga a tutti quanti, invece si gode le domeniche sui monti, alla solitaria conquista di qualche tremila. Venerdì arriva al colle un dieci minuti prima di me: due giorni non bastano per il recupero. E l'anno prossimo, insieme a salvare i rospi innamorati.
Amici del cuore quelli che mi sopportano per tutto il fine settimana. Scalpito per le mille corse alle quali vorrei partecipare, invidio quelli che lo fanno e maledico il giorno in cui, eppure lo sento: in verità, sono baciato dalla fortuna. E allora mi lascio accompagnare a visitare il rifugio che sta giusto di fronte a quello di sette giorni fa: stavolta il sentiero è meno panoramico, nel bosco ci assaltano le vespe e il bello viene solo dal rifugio in su, ma Circe rema contro. Si scende con i poncho bagnati stavolta, e un'ultima lezione dalla piccola che mi onora della manina: segui il corso del fiume e troverai la civiltà.
Ci penso sopra, deve essere un messaggio importante.
Amici interessati, i colleghi che il giorno dopo accompagno al Parco. Chiedo comprensione, le gambe sono davvero stanche e patteggio un 4.50 al massimo. Invece loro ci provano, vogliono mettermi nel CV tra le vittime di prestigio. Con orgoglio tengo botta, combatto il caldo del mezzodì e infine chiudo il breve divario per riprenderli nel finale ed accompagnarli all'ultima fontanella. Temerari.
Amico di pelo quello che mi accompagna per la seconda visita ad Adrara in due settimane. La barba lui se la coltiva dentro e fuori, mentre io vorrei solo liberarmene: troppo fastidio con questo caldo. Solitamente taciturno, si sfoga con chi ha la pazienza di ascoltare. Da ex campione si gode i fasti del passato: se volesse darebbe la paga a tutti quanti, invece si gode le domeniche sui monti, alla solitaria conquista di qualche tremila. Venerdì arriva al colle un dieci minuti prima di me: due giorni non bastano per il recupero. E l'anno prossimo, insieme a salvare i rospi innamorati.
Amici del cuore quelli che mi sopportano per tutto il fine settimana. Scalpito per le mille corse alle quali vorrei partecipare, invidio quelli che lo fanno e maledico il giorno in cui, eppure lo sento: in verità, sono baciato dalla fortuna. E allora mi lascio accompagnare a visitare il rifugio che sta giusto di fronte a quello di sette giorni fa: stavolta il sentiero è meno panoramico, nel bosco ci assaltano le vespe e il bello viene solo dal rifugio in su, ma Circe rema contro. Si scende con i poncho bagnati stavolta, e un'ultima lezione dalla piccola che mi onora della manina: segui il corso del fiume e troverai la civiltà.
Ci penso sopra, deve essere un messaggio importante.
4 commenti:
Che settimana intensa di corsa e di cuore...è proprio l'amicizia che fa diventare la corsa ancora più speciale...e anche la mangiata al rifugio:-)
Ciao caro
Parole sacrosante. Ciao siluro
Sempre un piacere leggerti. Per l'uso improprio di aiperlinchin e non solo.
Ciao.
Improprio e inopportuno e sempre abbondante. Supporta e compensa lo stile denominato dire e non dire.
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