Si corre sul
Blum, modesto, verde colle sopra Clusone, con bella vista sull'ormai troppo urbanizzata vallata della Presolana (
maledetti turisti, benedetti turisti ...), e possibilitá di vagheggiare con lo sguardo sulle ben piú ambite cime Orobiche.
Organizzano gli Alpini, ma non é una corsa banale né tantomeno casalinga: i top runners locali sono in prima fila, la Recastello al gran completo e qualche altra faccia nota; la partenza é dalla gabbia, all'ingresso si fa la spunta e chi la salta si prende 2 ore di penalitá. La maggior parte dei 500 partecipanti dichiarati é composta da famigliole in gita o amatori locali che provano a corricchiare almeno parte del difficile percorso, ma il clima é decisamente festoso e, grazie alla giornata frizzantina ne viene fuori un bello spettacolo. Da fare.
Io parto nelle prime file con la bella poco dietro e, novitá del giorno, il fratellino-fratellone di fianco a me: lui gioca in casa, questi sentieri li macina tutti i giorni e io parto con l'obiettivo di non accumulare troppo ritardo all'arrivo.
Sparano ed é un rincorrere le lepri superando bambini scalpitanti e corridori armati di appuntiti bastoncini. Il fratellino mi scappa via subito, lo riprendo boccheggiando solo al primo ristoro, dove avevo appena finito di inghiottire un moscerino locale, poi lo passo titubante al primo spianarsi del sentiero. Siamo in pieno bosco e tengo una cinquantina di metri di vantaggio. Ogni tanto mi volto a controllare: mi aspetto che da un momento all'altro mi passi in scioltezza, invece, quando mi metto a camminare perché il muro é troppo ripido, vedo che anche lui é in difficoltá.
Al secondo ristoro sembra spianare un poco ma é un'illusione che dura un paio di curve: il chilometro finale lo si fa tutti camminando, finché non si arriva nel prato che delimita il crinale dell'arrivo. Sprinto con un corridore bastoncinato ma ho le gambe di legno: mi consolano solo i 15 secondi sul fratellino, una posizione che immagino nei primi 20 e un tempo attorno ai 30' per 4200 m con 600 di dislivello.
Insieme aspettiamo la bella, faccio due parole con Marco (compagno di podio azzurro in Spagna) e un paio di sparuti colleghi di squadra, poi si scende per la stessa strada, stavolta zaino in spalla. E incontriamo ancora un centinaio di persone che affrontano la salita, unico obiettivo arrivare prima che gli alpini chiudano le cucine. Da ricordare, un paio di bambini con le odiose vuvuzelas e il tavolino del secondo ristoro, ancora attivo, che serve panini con formaggio o, per le golosastre, alla nutella.
La discesa, con tranquillo passo di corsa, permette di gustare ancor meglio i sapori e la freschezza del bosco: un buon viatico per quello che ci attenderá a partire da sabato prossimo in Val Badia.
Infine, un pensiero: e se avesse ragione il fratellino, che dice che coi miei 178 cm x 60-62 kg dovrei correre sui monti? Ci penseró, ma non troppo.