A Bergamo per pagare un debito di riconoscenza: qui nacqui, in un tempo lontano dove nascere pareva un'impresa che meritasse una visita in città; qui studiai, nei difficili anni da teen-ager (DNA da pendolare).
La Bella ci lavora, è stato facile convincerla a compiere il passo.
Arriviamo che la città dorme, gli atleti non sembrano numerosi nè agguerriti, si compiono in santa pace i riti propiziatori: nessuna coda al WC. Ci si guarda in giro in cerca di facce note, ma pare di stare in terra straniera. Le gambe non girano, capisco subito che sarà una faticaccia.
Sparano e si parte, i primi 5 in leggera discesa: esagero col passo, alla ricerca di qualche riferimento che non trovo, saranno i miei 5 migliori. Poi si inizia a risalire, piano piano ma costantemente. Gli alpini sul percorso non si preoccupano di dare indicazioni: al sesto mi vengono incontro i primi del gruppo, neri di rabbia. Si torna indietro, gruppone compatto, e si incrociano, per un km circa, i polentoni che stanno dietro. Incrocio un compagno di studi, Ale e poi la Bella, un piacevole diversivo.
Approfittando della strada risparmiata, resto al traino di uno di quei fuori di testa: sta pensando di fermarsi ad aspettare la morosa, ma capisco al volo che fra i due sono io quello cotto. E bollito: verso il 14.mo, al secondo errore di segnalazione del percorso, il gruppo si ricompatta e io calo le brache. Testa altrove, gambe non pervenute, penso solo ad arrivare in qualche modo. Prima del 15.mo mi passa Tyar a doppia velocità: è la seconda volta che lo dirottano, gli 800€ del premio se li merita tutti.
Si finisce con un bello strappetto, poi si scende fino in piazza, ma oramai è tempo di sorpassi subiti. A 2 dalla fine, le urla per me strazianti del tizio che segue in bici la prima donna: le resisto fino alla fine, questione d'onore. E, dribblando le Miss che le reggono lo striscione d'arrivo, ripago il debito e, senza alcun rancore (*), mi attacco alla transenna a sgocciolare e godermi il resto della gara.
Risultato: 1.21.07, 34.mo/600 (cat. 7/86)
(*) per la cattiva segnalazione del percorso, per le auto lungo la strada nonostante il divieto, per le docce lontane e mal segnalate, per lo scarso pubblico sul percorso, etc etc. Nessun rancore.
La Bella ci lavora, è stato facile convincerla a compiere il passo.
Arriviamo che la città dorme, gli atleti non sembrano numerosi nè agguerriti, si compiono in santa pace i riti propiziatori: nessuna coda al WC. Ci si guarda in giro in cerca di facce note, ma pare di stare in terra straniera. Le gambe non girano, capisco subito che sarà una faticaccia.
Sparano e si parte, i primi 5 in leggera discesa: esagero col passo, alla ricerca di qualche riferimento che non trovo, saranno i miei 5 migliori. Poi si inizia a risalire, piano piano ma costantemente. Gli alpini sul percorso non si preoccupano di dare indicazioni: al sesto mi vengono incontro i primi del gruppo, neri di rabbia. Si torna indietro, gruppone compatto, e si incrociano, per un km circa, i polentoni che stanno dietro. Incrocio un compagno di studi, Ale e poi la Bella, un piacevole diversivo.
Approfittando della strada risparmiata, resto al traino di uno di quei fuori di testa: sta pensando di fermarsi ad aspettare la morosa, ma capisco al volo che fra i due sono io quello cotto. E bollito: verso il 14.mo, al secondo errore di segnalazione del percorso, il gruppo si ricompatta e io calo le brache. Testa altrove, gambe non pervenute, penso solo ad arrivare in qualche modo. Prima del 15.mo mi passa Tyar a doppia velocità: è la seconda volta che lo dirottano, gli 800€ del premio se li merita tutti.
Si finisce con un bello strappetto, poi si scende fino in piazza, ma oramai è tempo di sorpassi subiti. A 2 dalla fine, le urla per me strazianti del tizio che segue in bici la prima donna: le resisto fino alla fine, questione d'onore. E, dribblando le Miss che le reggono lo striscione d'arrivo, ripago il debito e, senza alcun rancore (*), mi attacco alla transenna a sgocciolare e godermi il resto della gara.
Risultato: 1.21.07, 34.mo/600 (cat. 7/86)
(*) per la cattiva segnalazione del percorso, per le auto lungo la strada nonostante il divieto, per le docce lontane e mal segnalate, per lo scarso pubblico sul percorso, etc etc. Nessun rancore.