Ancora una volta Oltralpe per gli Europei di montagna, obiettivo minimo rimediare al furto dell'altra volta.
E una bella gita a due, finalmente, nel verde del Nord che tanto fresco non è, almeno di sabato: il bagno nel Bodensee è obbligato, ci mescoliamo volentieri ai numerosi locali che accolgono con gioia l'arrivo di Caronte. Sudati fra i beati.
Bei panorami che rilassano e fanno sognare, gente fortunata che ti viene da chiedere come possano stare tanto bene, e non se ne trova mai la risposta.
La corsa è dura, troppo dura per arrivarci senza preparazione. La giornata è coperta, a tratti ventosa e forse fresca, ma quando trova lo spiraglio il sole martella sulle teste. Il cappellino parte con me, precauzionalmente.
Il maestro d'improvvisazione si mette a ruota di un connazionale che l'aveva giusto staccato di 2 minuti ai Mondiali, un buon cavallo ma senza esagerare. Resiste nei primi tratti asfaltati, poi molla il colpo e lo lascia andare (e saranno +4' all'arrivo). Nel bosco lo vedo camminare, ha il fiatone e sbuffa e soprattutto non sa che pesci pigliare. Gli manca quel quid per trasformarsi in stambecco, che pena.
Quando il sentiero single-track al 24% finisce, si passa allo sterrato con pendenza più agevole, mi aspetto che ora parta, invece ... un paio di tornanti e si rimette a camminare, chissà chi aspetta, che gli passa per la testa. Non lo riconosco, eppure in quei brevi tratti sul piano mi pare allunghi la gamba per bene, e quegli ultimi 200 in discesa li fa proprio bene. Non lo diresti affaticato, pare uno che ancora aspetti lo sparo. Inguaribile sempliciotto.
Bizzarro il destino del corridore nè carne nè pesce: riesce benino dappertutto senza eccellere mai, nemmeno dove gli piacerebbe. Che se ne faccia una ragione, oppure che si cerchi casa. La Specialità.
Appendo la canotta, almeno per ora.
E una bella gita a due, finalmente, nel verde del Nord che tanto fresco non è, almeno di sabato: il bagno nel Bodensee è obbligato, ci mescoliamo volentieri ai numerosi locali che accolgono con gioia l'arrivo di Caronte. Sudati fra i beati.
Bei panorami che rilassano e fanno sognare, gente fortunata che ti viene da chiedere come possano stare tanto bene, e non se ne trova mai la risposta.
La corsa è dura, troppo dura per arrivarci senza preparazione. La giornata è coperta, a tratti ventosa e forse fresca, ma quando trova lo spiraglio il sole martella sulle teste. Il cappellino parte con me, precauzionalmente.
Il maestro d'improvvisazione si mette a ruota di un connazionale che l'aveva giusto staccato di 2 minuti ai Mondiali, un buon cavallo ma senza esagerare. Resiste nei primi tratti asfaltati, poi molla il colpo e lo lascia andare (e saranno +4' all'arrivo). Nel bosco lo vedo camminare, ha il fiatone e sbuffa e soprattutto non sa che pesci pigliare. Gli manca quel quid per trasformarsi in stambecco, che pena.
Quando il sentiero single-track al 24% finisce, si passa allo sterrato con pendenza più agevole, mi aspetto che ora parta, invece ... un paio di tornanti e si rimette a camminare, chissà chi aspetta, che gli passa per la testa. Non lo riconosco, eppure in quei brevi tratti sul piano mi pare allunghi la gamba per bene, e quegli ultimi 200 in discesa li fa proprio bene. Non lo diresti affaticato, pare uno che ancora aspetti lo sparo. Inguaribile sempliciotto.
Bizzarro il destino del corridore nè carne nè pesce: riesce benino dappertutto senza eccellere mai, nemmeno dove gli piacerebbe. Che se ne faccia una ragione, oppure che si cerchi casa. La Specialità.
Appendo la canotta, almeno per ora.
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