Con due dita sposto la grande anta vetrata scorrevole e l'armadio rivela lentamente il suo interno: nel buio della stanza, al secondo tentativo intercetto le grosse, bianche Kalenji, che la mattina è fresca ed è meglio stare sul rinforzato. Con altrettanta destrezza richiudo l'anta e faccio scorrere quella di mezzo, sperando che la Bella prosegua nel suo sonno profondo: indosso solo canotta termica e calzini, non vorrei si facesse strane idee proprio mentre sto per fare l'Ultima Mezza dell'Anno. Zitto zitto, prelevo dal mio cassetto il resto dell'equipaggiamento e ritorno in soggiorno a completare il rito della vestizione.
Cinque minuti di simil-stretching, un'occhiata fiduciosa verso il cielo azzurro, un'occhiataccia scettica verso l'asfalto scintillante e via che si parte. In silenzio, si chiude un altro anno: si corre per piacere, e per allontanarsi dai pasticci del mondo. Per quanta strada si faccia, si ripassa sempre dal punto di partenza, giusto in tempo per ripartire.
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