Nic dice che glielo devo, un ultimo saluto alla Mara
Giusto un ciaone, che quei giorni di fine novembre sono oramai un ricordo lontano. Rimbocchiamoci le maniche e rivanghiamo, che è quasi primavera.
Otto settimane di sacrifici, secondo alcuni, di svago sfacciato e senza ritegno secondo me: dall'esordio sui 30 in discesa (ottavo, pur senza fondo), passando per quel giorno del lavoro da 20L+10RG sotto la pioggia, fino alle numerose traversate del Parco di Monza, non un solo giorno mi sono sentito costretto a farlo. Volevo e mi andava, punto.
E poi, quei due giorni. Gli Uffizi, Piazza della Signoria, la panza piena di mio figlio, lo shopping delle ragazze, un bel viaggio in treno e infine gli amici ad aspettarmi al deposito borse.
Un aiutino, per non partire troppo indietro, una gioia esplosiva che si legge negli occhi a tutti e quattro, quasi cinque. Un abbraccio, buona fortuna e buon viaggio, ragazzi!
Una corsa ben riuscita, testa e gambe in sintonia in una giornata fresca ma asciutta, inseguito dai miei amorini lungo il percorso. E qualche tollerabile pecca: una sosta ai bagni del 25, un piccolo rallentamento negli ultimi 2 per chiudere poi centesimo, facile da ricordare, un secondo oltre la soglia prefissata. La minima.
Giusto un ciaone, che quei giorni di fine novembre sono oramai un ricordo lontano. Rimbocchiamoci le maniche e rivanghiamo, che è quasi primavera.
Otto settimane di sacrifici, secondo alcuni, di svago sfacciato e senza ritegno secondo me: dall'esordio sui 30 in discesa (ottavo, pur senza fondo), passando per quel giorno del lavoro da 20L+10RG sotto la pioggia, fino alle numerose traversate del Parco di Monza, non un solo giorno mi sono sentito costretto a farlo. Volevo e mi andava, punto.
E poi, quei due giorni. Gli Uffizi, Piazza della Signoria, la panza piena di mio figlio, lo shopping delle ragazze, un bel viaggio in treno e infine gli amici ad aspettarmi al deposito borse.
Un aiutino, per non partire troppo indietro, una gioia esplosiva che si legge negli occhi a tutti e quattro, quasi cinque. Un abbraccio, buona fortuna e buon viaggio, ragazzi!
Una corsa ben riuscita, testa e gambe in sintonia in una giornata fresca ma asciutta, inseguito dai miei amorini lungo il percorso. E qualche tollerabile pecca: una sosta ai bagni del 25, un piccolo rallentamento negli ultimi 2 per chiudere poi centesimo, facile da ricordare, un secondo oltre la soglia prefissata. La minima.
Ma non chiamatemi maratoneta.
Addio.