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lunedì 23 luglio 2012

Amici Amici

Amici di lunga data, persi nel tempo, quelli che rivedo mercoledì al bis della NC sul lago della mia gioventù. Compagni di scampagnate, amici dei miei e infine il cugino Ago, che corre per quelli forti e che mi pare sempre un lusso arrivargli ad un soffio, quando va bene. Stavolta mi capita di arrivargli davanti, è l'aria di casa, i parenti a festeggiare lungo il percorso (e mi fermo un mezzo minuto per le foto di rito) e poi arrivo con oltre due primi in meno dell'anno scorso. Non trovo altre parole.

Amici interessati, i colleghi che il giorno dopo accompagno al Parco. Chiedo comprensione, le gambe sono davvero stanche e patteggio un 4.50 al massimo. Invece loro ci provano, vogliono mettermi nel CV tra le vittime di prestigio. Con orgoglio tengo botta, combatto il caldo del mezzodì e infine chiudo il breve divario per riprenderli nel finale ed accompagnarli all'ultima fontanella. Temerari.

Amico di pelo quello che mi accompagna per la seconda visita ad Adrara in due settimane. La barba lui se la coltiva dentro e fuori, mentre io vorrei solo liberarmene: troppo fastidio con questo caldo. Solitamente taciturno, si sfoga con chi ha la pazienza di ascoltare. Da ex campione si gode i fasti del passato: se volesse darebbe la paga a tutti quanti, invece si gode le domeniche sui monti, alla solitaria conquista di qualche tremila. Venerdì arriva al colle un dieci minuti prima di me: due giorni non bastano per il recupero. E l'anno prossimo, insieme a salvare i rospi innamorati.

Amici del cuore quelli che mi sopportano per tutto il fine settimana. Scalpito per le mille corse alle quali vorrei partecipare, invidio quelli che lo fanno e maledico il giorno in cui, eppure lo sento: in verità, sono baciato dalla fortuna. E allora mi lascio accompagnare a visitare il rifugio che sta giusto di fronte a quello di sette giorni fa: stavolta il sentiero è meno panoramico, nel bosco ci assaltano le vespe e il bello viene solo dal rifugio in su, ma Circe rema contro. Si scende con i poncho bagnati stavolta, e un'ultima lezione dalla piccola che mi onora della manina: segui il corso del fiume e troverai la civiltà.
Ci penso sopra, deve essere un messaggio importante.



mercoledì 18 luglio 2012

Valli a capire

Lumachine camune
Garetta serale prima del weekend al fresco, ma niente di speciale da dire. Andata benino, soprattutto sono sopravvissuto al caldo torrido di Caronte o Geronimo o Virgilio o perché cacchio devono dare un nome ad ogni anticiclone, quest'anno?
Quarto di categoria, che non fa mai male al morale, ma gli Assoluti travestiti da Non Competitivi erano fuori classifica ed hanno dato paga a tutti. Non si capisce poi com'è che i NC vengano pure premiati, che logica c'è in tutto questo? E mi piace pure quella dell'oggi faccio la NC che premiano i primi tre: senza parole.


Riunione di condominio
Meglio, molto meglio un sabato a rincorrere i luoghi della gioventù e delle gite sul colle con la morosa, e la domenica chiusi in auto ad aspettare che sgrandini e poi che spiova e infine godersi una bella ma lunga gita al rifugetto gestito dal Mato Grosso: i nostri vecchi MF60, MM70 e il compagno di merende MM85 sono ancora competitivi, altro che quelle lumachine che se la tirano tanto col fartlek e devono controllare se gli avversari hanno scaricato. La ricotta della malga sa un po' di vacca e un po' pure di stalla, il formaggino merita.

E poi, la cosa che davvero non capisco, che bisogno c'è di mettersi a pisciare al bordo dei giardinetti, contro la rete del campo, quando i bagni (vuoti) sono a cinquanta metri di distanza? Non capisco.

mercoledì 11 luglio 2012

La giusta dimensione

  • Mondiali a Buhlertal (9km, +750m): 47.mo su 120, +9'40" dal vincitore
  • Europei a Bludenz (8km, +600m): 17.mo su 32, +8'41"
  • Italiani a Tonezza del Cimone (11km, + 450m): 13.mo/223, +7'50"
Tonezza é  il paese più sfigato della valle, recita testuale la nostra amica Anna. E non ha tutti i torti, ne esistono a migliaia di simili ridenti cittadine circondate da freschi faggeti, raggiungibili solo dopo nove chilometri di tornanti assolati. Non ha nulla di originale, vale esattamente quanto la concorrenza. Puntare tutto e sempre e dovunque sul solo turismo ha un suo rischio. Si chiama globalizzazione, leggere bene il foglio delle avvertenze.

La corsa mi calza a pennello: adoro i percorsi a circuito, che ti aiutano a conoscere il percorso man mano; le brevi, secche salite le sopporto bene, ogni tanto alterno qualche breve tratto al passo, ma a buon ritmo, senza perdere terreno; infine, la lunga discesa mi permette di far girare le gambe e di mettere da parte quel magone che altrimenti cresce man mano che l'ascesa avanza.
Se ci mettiamo anche il tratto di discesa su gradoni, ecco che ne viene fuori il percorso perfetto per il mio caro socio.

102, 63, 50 e 41 i numeri della corsa. Una manciata di posizioni guadagnate ad ogni giro, con l'ultimo iniziato con buona spinta delle esili braccia e concluso come se fossi in pista. Ottime sensazioni, anche se poi ho corso per nulla, come era chiaro dalla partenza. La condizione psicologica ideale.

Le regole del gioco dei Campionati: servono quelli forti per fare i punti, poi gli altri per togliere punti agli avversari. Secondi per un punto.




Quell'anello dietro casa

La nostra piccola inventrice mi chiama dal paesello sui monti e mi avverte che deve uscire a fare l'allenamento, che bella sorpresa.

Al venerdì sera andiamo a trovarli per accompagnarli nel loro travaglio estivo, e ci intima di accompagnarla nella corsa mattutina del giorno dopo. Me la cavo con un giro corto e uno lungo, non privi di difficoltà tecniche quali il superamento della staccionata, la corsa su morbidissimo tappeto di muschio, la discesa lungo la scalinata e l'inversione ad U a mezza discesa. Taglio il traguardo in seconda posizione, poteva andar peggio.

Quando saranno grandi avremo un bel duo per la MoMoT che verrà.

Nota finale sconsolata per il paesello, abbandonato dal turista meneghino che adesso batte cassa: i cartelli VENDESI superano quelli AFFITTASI ma non mancano le CEDESI ATTIVITÀ. Butta male.

mercoledì 4 luglio 2012

Tutto d'un fiato

Tra un'innaffiata e l'altra ad orto e giardino, ero riuscito anche a dare una sbirciata al match, dopo che a Bludenz ci avevano coperto di irripetibili Forza Italia e varie dimostrazioni di stima (e io a cercare le parole per dire con cortesia che non m'interessava una fava), nonchè di altrettante dimostrazioni di chiamiamola antipatia verso gli iberici (ma il nostro amico Tino di Barcelona era invece cordiale e spero lo rivedremo dalle parti del Camp Nou); insomma, mi piazzo sul divanone con una radler al sambuco e vedo 11 tizi con una maglia dal colore familiare che passeggiano per il prato in maniera altrettanto familiare, ed altri 11 che invece se la corrono che è una meraviglia, aldilà dei passaggi millimetrici e del continuo flipper tra l'uno e l'altro che non capisco come si distinguano a vicenda, sempre che si possa.
Complimenti ai preparatori atletici, chapeau!

(no, il tag football per ora no)

martedì 3 luglio 2012

Europei

Ancora una volta Oltralpe per gli Europei di montagna, obiettivo minimo rimediare al furto dell'altra volta.
E una bella gita a due, finalmente, nel verde del Nord che tanto fresco non è, almeno di sabato: il bagno nel Bodensee è obbligato, ci mescoliamo volentieri ai numerosi locali che accolgono con gioia l'arrivo di Caronte. Sudati fra i beati.
Bei panorami che rilassano e fanno sognare, gente fortunata che ti viene da chiedere come possano stare tanto bene, e non se ne trova mai la risposta.

La corsa è dura, troppo dura per arrivarci senza preparazione. La giornata è coperta, a tratti ventosa e forse fresca, ma quando trova lo spiraglio il sole martella sulle teste. Il cappellino parte con me, precauzionalmente.

Il maestro d'improvvisazione si mette a ruota di un connazionale che l'aveva giusto staccato di 2 minuti ai Mondiali, un buon cavallo ma senza esagerare. Resiste nei primi tratti asfaltati, poi molla il colpo e lo lascia andare (e saranno +4' all'arrivo). Nel bosco lo vedo camminare, ha il fiatone e sbuffa e soprattutto non sa che pesci pigliare. Gli manca quel quid per trasformarsi in stambecco, che pena.
Quando il sentiero single-track al 24%  finisce, si passa allo sterrato con pendenza più agevole, mi aspetto che ora parta, invece ... un paio di tornanti e si rimette a camminare, chissà chi aspetta, che gli passa per la testa. Non lo riconosco, eppure in quei brevi tratti sul piano mi pare allunghi la gamba per bene, e quegli ultimi 200 in discesa li fa proprio bene. Non lo diresti affaticato, pare uno che ancora aspetti lo sparo. Inguaribile sempliciotto.

Bizzarro il destino del corridore nè carne nè pesce: riesce benino dappertutto senza eccellere mai, nemmeno dove gli piacerebbe. Che se ne faccia una ragione, oppure che si cerchi casa. La Specialità.

Appendo la canotta, almeno per ora.